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Global Symposium Patient Blood Management di Francoforte, Italia premiata per la gestione del sangue prima e dopo gli interventi chirurgici

L’Italia è stata premiata al Global Symposium Patient Blood Management che si è appena tenuto a Francoforte per essersi distinta, in Europa, nella gestione del sangue del paziente prima, durante e dopo gli interventi chirurgici maggiori. Si tratta del cosiddetto “Patient Blood Management” (Pbm), che consiste in una serie di tecniche farmacologiche e non farmacologiche da adottare prima, durante e dopo l’intervento per evitare che il paziente arrivi anemico in sala operatoria, e che permettono di salvare migliaia di vite.

Il Pbm si basa su tre pilastri: ottimizzare la capacità di produrre globuli rossi, ad esempio trattando l’anemia prima dell’operazione; ridurre al minimo il sanguinamento, grazie a tecniche chirurgiche particolari o a terapie specifiche; e ottimizzare la tolleranza verso l’anemia, agendo anche con farmaci sulla capacità dell’organismo di tollerarla. Se ben applicato, il Patient Blood Management può, oltre a evitare complicanze, ridurre i tempi di degenza e i costi legati alle terapie trasfusionali.

Secondo alcuni studi, affrontare da anemici un intervento di chirurgia maggiore può aumentare il rischio di mortalità dal 3% al 10%; problema che, secondo alcune stime, può riguardare dal 5 al 20% della popolazione italiana, mentre a livello globale un articolo recentemente pubblicato da Lancet ha stimato che nel 2016 l’anemia da carenza di ferro era al quarto posto tra le patologie per anni vissuti con disabilità in 195 paesi.

In Italia sul Pbm sono state avviate diverse iniziative coordinate dal Centro Nazionale Sangue, per mandato del Decreto Ministeriale del 2 novembre 2015. Fra queste la campagna “Only One” con una pagina web dedicata e del materiale informativo tra cui un video sulla “giusta trasfusione”. Sono state inoltre pubblicate le linee guida regolatorie per tutti gli ospedali del Servizio Sanitario Nazionale, e messi a punto degli indicatori per verificarne applicazione.

“L’Italia è il primo paese in cui il Pbm è supportato ufficialmente dal Ministero della Salute”, spiega Kai Zacharowski dell’ospedale universitario di Francoforte, organizzatore del convegno a cui hanno partecipato oltre 200 esperti da tutta Europa. “E potrebbe fare da esempio per gli altri paesi”.

Fonte:

Quotidiano Sanità

Autore: Redazione

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