Report,n.39/09
LA GLOBESITA’
La obesità, secondo la WHO, (World Health Organization) sta divenendo una vera e propria epidemia globale (globesità) che si sta diffondendo in molti Paesi e che può creare problemi Sanitari molto gravi per milioni di persone nei prossimi anni.
In Italia lo scorso 10 ottobre, organizzata dalla Associazione di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), si è celebrato l’Obesity Day 2009 soprattutto per non dimenticare la grave patologia e le malattie croniche, correlate, che uccidono ogni anno quasi il 60% dei 56,5 milioni di morti all’anno e costituiscono (dati WHO) il 45,9% del carico totale mondiale di malattie.
I dati relativi al nostro Paese possiamo ricavarli dall’ISTAT e dall’Istituto Superiore di Sanità.
L’Italia è ai livelli più bassi in Europa per l’obesità degli adulti, ma la quota di obesi è in crescita: sono 4 milioni e 700 mila le persone adulte obese (dati 2005) nel nostro Paese con un incremento del 9% rispetto all’anno 2000. Il 17% è costituito da uomini e il 21% da donne tra i 35 e i 74 anni. I Lucani conquistano il primato dei “ciccioni” seguiti dai siciliani e calabresi i più “in linea” sono i piemontesi . Netta risulta la relazione tra basso livello di istruzione ed eccesso ponderale: tra gli adulti con titolo di studio medio-alto la percentuale degli obesi si attesta intorno al 5% mentre triplica tra le persone che hanno conseguito al massimo la licenza elementare (o alimentare?).
Per quanto riguarda i costi sono stati presentati alcuni dati allarmanti al recente Festival della Salute di Viareggio: l’obesità avrebbe un costo sociale di 8,3 miliardi di euro l’anno, un cittadino obeso costerebbe al SSN più del doppio di un cittadino normopeso; è stato calcolato che la obesità peserebbe sulla spesa sanitaria pro-capite per circa 138 euro.
L’obesità non risparmia neanche l’infanzia: i bambini e gli adolescenti in sovrappeso in Italia (dati ISTAT) sono pari al 20% mentre è del 4% circa la quota di obesi. Nella fascia di età tra i 6 e i 13 anni la percentuale dei soggetti in sovrappeso sale al 25% mentre gli obesi superano il 5% .
Tra gli adolescenti il fenomeno si dimezza: il 13% degli adolescenti, infatti, è in sovrappeso e l’1% è obeso. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi. In generale la quota di popolazione obesa cresce al crescere dell’età (1,5% tra i 18 e i 24 anni) raggiunge il massimo sopra i 50 anni (13,3% nei 55-64enni e 15,2% nei 65-74enni) per poi diminuire nelle persone più anziane (10% negli ultrasettantacinquenni).
Questo andamento risulta più forte per le donne il cui peso aumenta con l’avanzare dell’età: le donne pensionate risulterebbero obese per il 13% e per il 36% sarebbero in sovrappeso; seguono le casalinghe di cui l’11% risulta obesa e il 32% in sovrappeso.
Per concludere passiamo in rassegna i dati Europei: secondo l’OMS negli ultimi 20 anni il tasso di obesità è triplicato. Nel 2010 (salvo misure eccezionali) la obesità (e le malattie collegate) interesserà 150 milioni di adulti europei e 15 milioni di bambini.
Secondo i dati del libro verde della Commissione delle Comunità Europee “promuovere le diete sane e l’attività fisica : una dimensione europea nella prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie croniche” circa il 7% dei costi dei sistemi sanitari europei sarebbe da ricondurre alla obesità.
Nell’analisi effettuata dall’Istituto svedese per la sanità pubblica ha calcolato che il 4,5% dei DALY (disability-adjusted lifeyears – anni di vita persi) viene perduto a causa di una alimentazione scorretta, con un ulteriore 3,7% dovuto all’obesità ed un 1,4% dovuto alla mancanza di attività fisica, in totale 9,6% rispetto al 9% attribuibile al fumo.
Affrontare adeguatamente e con strategie comuni (comunitarie) il problema del sovrappeso e dell’obesità (conclude il libro verde) non solo è importante nell’ambito della salute pubblica, ma consente di ridurre i costi a lungo termine per i sistemi sanitari, stabilizzare le economie permettendo ai cittadini di essere produttivi fino a tarda età.
P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO
Roma,13/10/09
Autore: Redazione FNOMCeO