Governo-Regioni, confronto finito in alto mare

Non c’è stato niente da fare: dopo un confronto-scontro durato più di 30 giorni, dopo riunioni quasi permanenti della Conferenza delle Regioni, dopo un faccia a faccia tra i Presidenti con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con i Ministri Giulio Tremonti e Raffaele Fitto, dopo una sorta di mediazione bipartisan dei gruppi parlamentari, in conclusione, tutto questo lavoro è finito in alto mare. Le posizioni sono rimaste distanti com’erano, anche se alcuni Presidenti di area centro-destra avevano lasciato capire che qualche spiraglio si sarebbe potuto aprire. Ma così non è stato: la manovra di circa 25 miliardi va avanti nelle Aule parlamentari. Al Senato è già passata con il voto di fiducia, in settimana toccherà alla Camera ratificare il provvedimento. A Regioni, Province e Comuni resta soltanto la protesta e la possibilità di studiare qualche contromossa alla ripresa dell’attività politica e istituzionale a settembre.

Vasco Errani, Presidente della Conferenza, lo aveva in qualche modo previsto che sarebbe finita così, anche se negli ultimi giorni aveva tenuto a precisare che la posizione dei Presidenti non era di semplice protesta, ma anche di proposta, con il tentativo di cambiare alcune voci della manovra, per scongiurare il draconiano taglio di fondi alle Regioni e l’inevitabile ripercussione sulla tenuta del sistema di Welfare.

Ma anche le flebili speranze si sono allontanate, a giudicare dal documento scaturito il 22 luglio dalla Conferenza delle Regioni, in cui si legge, tra l’altro: “Parere sul disegno di legge di conversione del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, approvato dal Consiglio dei Ministri, nella seduta del 25 maggio 2010: La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime all’unanimità parere negativo confermando tutte le posizioni assunte in queste settimane sulla manovra finanziaria che considera insostenibile per le ricadute sui bilanci regionali. In particolare, la Conferenza:
– ritiene indispensabile l’attivazione immediata di un tavolo per accelerare la piena applicazione del federalismo fiscale Legge 42/2009 per costruire un percorso condiviso al fine del riequilibrio della ricaduta dei tagli sotto il profilo quantitativo e qualitativo, entro il 1° gennaio 2011, attraverso i successivi provvedimenti finanziari; – chiede che i decreti attuativi del federalismo fiscale siano valutati e discussi con le Regioni prima della loro approvazione in Consiglio dei Ministri.

Con riferimento al decreto legislativo approvato in via preliminare oggi dal Consiglio dei Ministri,  la Conferenza ritiene che occorra una discussione che coinvolga anche le Regioni per un indispensabile coordinamento fra i diversi livelli di governo e per la verifica di coerenza con il complessivo impianto del federalismo fiscale dettato dalla Legge 42/2009.
– ribadisce il principio contenuto nel 4° comma dell’art. 119 della Costituzione che alle deleghe trasferite debbano corrispondere le relative risorse
–  ritiene infine urgente l’avvio dei lavori della Commissione straordinaria per la verifica dei costi di funzionamento di tutte le pubbliche amministrazioni, come assicurato dal Presidente del Consiglio nell’incontro di venerdì 9 luglio 2010”. Da rilevare che la paventata differenziazione di alcuni Presidenti del centro-destra non c’è stata, tanto è vero che questo documento è stato votato all’unanimità.

Ma in precedenza, il 15 luglio, posizioni analoghe erano state espresse nella riunione Regioni-Province. Cambia qualche concetto, ma sostanzialmente la posizione è la stessa: “La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome all’unanimità conferma tutte le posizioni contenute nei documenti assunti in queste settimane sulla manovra finanziaria, che considera insostenibile per le ricadute sui bilanci regionali.

Chiede al Governo di aprire immediatamente un tavolo per accelerare la piena applicazione del federalismo fiscale Legge 42/2009 e costruire un percorso condiviso per riequilibrare la ricaduta dei tagli sotto il profilo quantitativo e qualitativo oggi previsti dal decreto 78/2010 attraverso i successivi provvedimenti finanziari entro il 1° gennaio 2011.
In questo quadro si conferma che le Regioni considerano fondamentale, così come sancisce il 4 comma dell’art. 119 della Costituzione, che alle deleghe trasferite debbano corrispondere le relative risorse.

Al fine di confermare l’unità piena della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, la decisione della riconsegna delle deleghe viene accantonata, fiduciosi che il percorso delineato di confronto con il Governo abbia un esito pienamente positivo.

La Conferenza chiede infine di dare immediato avvio ai lavori della Commissione straordinaria per la verifica dei costi di funzionamento di tutte le pubbliche amministrazioni, come assicurato dal Presidente del Consiglio nell’incontro di venerdì 9 luglio 2010”.

Lo stesso Vasco Errani, il 21 luglio, un giorno prima della Conferenza, era tornato, numeri alla mano, a sottoporre al Governo, la riflessione condivisa dai Presidenti: “Sono i numeri stessi della manovra del ministro Tremonti a dimostrare quanto essa pesi in modo oggettivamente sproporzionato sulle Regioni rispetto, in particolare, ai Ministeri, con un taglio strutturale superiore del 57% a quello delle Amministrazioni centrali”. Lo ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani in riferimento a quanto affermato dal Ministro  dell’Economia oggi in Commissione Bilancio della Camera.

“La nostra proposta al governo – ha sottolineato Errani – non è cambiata ed è quella di un riequilibrio dei pesi della manovra: ciascun livello tagli in proporzione a quanto spende.
In secondo luogo le Regioni hanno sempre fatto un ragionamento che non isolava ma inseriva la manovra nel contesto della finanza pubblica: sia in riferimento alla legge 42 sul federalismo fiscale, sia in riferimento all’andamento dei conti degli ultimi anni, ricordando in particolare il contributo dato al debito nel triennio 2007-2009 dalle Regioni (-6%) e dai Ministeri (+11,7%). Per questo gli 8,5 miliardi di euro di tagli ai fondi regionali riteniamo siano insostenibili: perché finiscono per pesare gravemente sui servizi per i cittadini e le imprese, in aperto contrasto con l’articolo 119 della Costituzione che prevede la corrispondenza fra competenze assegnate e relative risorse.
Lo ribadisco: le Regioni sono per la leale collaborazione, non hanno interesse a polemiche di alcun tipo. Chiedono che si metta in piedi un confronto vero con il governo sia sui risparmi da attuare in modo coordinato, sul merito della manovra che chiediamo venga corretta con i successivi provvedimenti finanziari da assumere entro l’anno, e sui temi dell’attuazione del federalismo fiscale, sui quali è essenziale un lavoro comune”.

Il testo, così come varato dalla Commissione Bilancio e Tesoro, approda oggi, lunedì 26 luglio, nell’Aula di Montecitorio in seconda lettura. Il voto finale è previsto per mercoledì 28 luglio, in base alla calendarizzazione decisa in sede di conferenza dei capigruppo dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, il quale, subito dopo l’approvazione della manovra e di qualche altra proposta di legge, ha collocato per mercoledì pomeriggio l’esame della mozione Franceschini, Casini e Donadi, concernente iniziative volte alla presentazione delle dimissioni da parte del sottosegretario di Stato Nicola Cosentino. Tempi stretti, pertanto, perché tutto deve essere fatto prima della chiusura dell’attività parlamentare. Poi scatteranno le vacanze e, come si dice a scuola, di quel che manca se ne parlerà a settembre.

Autore: Redazione FNOMCeO

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