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I dati definitivi 2008 e provvisori 2009 sull’applicazione della legge 194 che regola l’aborto

Report n. 86/2010

I DATI DEFINITIVI 2008 E PROVVISORI 2009 SULL’APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194 CHE REGOLA L’ABORTO

La relazione appena presentata al parlamento sull’applicazione della legge 194, che regola l’aborto, contiene i dati definitivi del 2008 e provvisori del 2009: ancora una volta si conferma il calo delle IVG in Italia, costante dagli anni ottanta, secondo tutti i principali indicatori. Nel 2009 sono state effettuate 116.933 IVG, con un decremento del 3,6% rispetto al dato definitivo del 2008.

Il tasso di abortività (numero delle IVG per 1000 donne in età feconda tra 15-49 anni), nel 2009 è risultato pari a 8,3 per 1000, con un decremento del 3,9% rispetto al 2008, con valori tra i più bassi di quanto è possibile osservare nel confronto con gli altri paesi industrializzati.

Il rapporto di abortività (numero delle IVG per 1000 nati vivi) è risultato pari a 207,1 per 1.000 con un decremento del 2,8% rispetto al 2008. I dati definitivi del 2008 dicono che il 33% degli aborti in Italia è effettuato da donne straniere, mostrandone una sempre maggiore incidenza.

Si conferma quindi l’eccezionalità della situazione italiana rispetto ai paesi occidentali, specie quelli con cui più frequentemente ci misuriamo, come ad esempio Francia, Gran Bretagna e Spagna: l’interruzione volontaria di gravidanza non è considerata un mezzo di controllo delle nascite, nonostante nel nostro paese l’accesso alla contraccezione chimica sia tra i più bassi d’Europa.

L’impostazione della legge 194 che ritiene l’aborto non un diritto privato ma un dramma sociale, ha contribuito a creare un clima di vigilanza sul fenomeno: il monitoraggio continuo consentito dalla puntuale raccolta dei dati, insieme all’obbligo di eseguire gli interventi solo nelle strutture pubbliche (evitando che ci sia chi possa trarne profitto) sono alcuni aspetti della legge significativi in tal senso.

Le motivazioni principali della costante diminuzione del ricorso all’aborto sembrano però essere soprattutto culturali: la tenuta delle reti di rapporti familiari, innanzitutto, caratteristica del nostro paese, e l’esistenza diffusa di un volontariato attivo nel sostegno alle maternità difficili, hanno sicuramente pesato nel calo delle IVG.

Le condizioni economiche non sembrano essere il fattore determinante nella scelta di proseguire o meno una gravidanza: nella gran parte dei casi quasi la metà delle IVG, sia fra le italiane (48,6%) che fra le donne straniere (46,7%) sono di donne con occupazione lavorativa, e solo l’11,9% delle IVG fra le italiane e il 22% fra le straniere riguardano donne disoccupate o in cerca di prima occupazione.

Roma 10/09/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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