Stanno per aprirsi, a Rimini, le lezioni frontali del “II Corso di alta specializzazione in Etica medica”. Ma quale è stato il bilancio della passata edizione? E in cosa consiste il senso ultimo di questa operazione? L’Ufficio Stampa ha posto tre domande al presidente dell’Ordine di Rimini, Maurizio Grossi.
Presidente Grossi, siamo ormai alla seconda edizione del Corso di Etica Medica. Può tracciare un bilancio, dopo l’esperienza dello scorso anno?
Il bilancio è sicuramente positivo. Il primo corso ha stimolato un dibattito su temi etici e deontologici che quotidianamente coinvolgono il nostro lavoro. Quanto scaturito e appreso è poi stato utile strumento a detta dei partecipanti, per affrontare con maggior consapevolezza la professione medica .
Perché avete sentito così forte la necessità di istituire, presso il vostro Ordine, una scuola di Etica Medica?
Gli Ordini professionali hanno come loro mandato anche quello di diffondere la cultura dell’etica medica e tenere periodicamente corsi di aggiornamento e approfondimento in materia deontologica.
A Rimini abbiamo voluto creare un percorso di studio il più omogeneo possibile che fosse in grado di affrontare le tematiche etiche con metodo e continuità.
Pensa che questa iniziativa possa essere utilmente “esportata” in altri Ordini? Quale potrebbe essere il ruolo di questa rete di “laboratori sentinella dell’etica”, dislocati sul territorio, in un lavoro di revisione del Codice che non si esaurisca con la pubblicazione, ma sia in continuo divenire?
Noi ci auguriamo che l’iniziativa dell’Ordine di Rimini sia replicata in tanti altri Ordini. Solo così potremmo creare un "Laboratorio di etica e deontologia" diffuso sul territorio nazionale e capace di intercettare i bisogni e condividere esperienze con l’intera comunità medica. Questa rete così pensata potrebbe essere la base per un "continuo aggiornamento" del Codice.
Autore: Redazione FNOMCeO