Roma, 30 dic. (Adnkronos Salute) – “Rispetto al rischio Covid i dentisti sono i professionisti più a rischio, viste le modalità di lavoro. Anche se noi mettiamo in atto procedure di sicurezza molto avanzate che permettono di avere buoni dati epidemiologici, non si può negare l’evidenza”. Per quanto riguarda la vaccinazione, dunque, “rientriamo nelle priorità. Ma purtroppo non tutte le Regioni si stanno adeguando alla stessa velocità: non tutte ci hanno inserito nella fascia prioritaria”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Raffaele Iandolo, presidente Commissione Albo odontoiatri (Cao) nazionale della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri).
Tutti gli operatori sanitari, pubblici e privati, “vanno protetti prioritariamente”, continua Iandolo. E la priorità dovrebbe essere stabilita “secondo: la durata dei loro interventi, la vicinanza o meno alla bocca del paziente, la possibilità di distanziamento, la possibilità, durante la prestazione medica, di portare la mascherina da parte del paziente. Considerando questi criteri, noi siamo i professionisti più a rischio. E lo abbiamo spiegato nelle diverse sedi ministeriali. Noi, dunque, oggi rientriamo tra le categorie prioritarie”.
Il problema è che, in molti casi, “non siamo in primissima fila perché le Regioni, che poi applicano in pratica la vaccinazione anti-Covid, si sono orientate, come spesso accade, in modo molto variegato. In Toscana, ad esempio – riferisce il presidente Cao – accettano le prenotazioni per gli odontoiatri nello stesso modo che per i medici. Anche il Friuli Venezia Giulia si sta creando una procedura specifica; il Lazio sta provvedendo, mentre in Puglia hanno accettato le prenotazioni degli odontoiatri sotto una dicitura generale di ‘strutture non convenzionate né accreditate’. Ma ci sono altre Regioni che non hanno ancora orientato le procedure in questa direzione”.
“Contiamo, in ogni caso – auspica Iandolo – che nell’arco di poche settimane in tutte le aree del Paese siano ricompresi gli odontoiatri all’interno di questo primo arrivo di vaccini, che dovrebbe completare in suo ciclo, secondo quanto ci hanno comunicato sia la struttura del commissario straordinario Domenico Arcuri sia il ministero, nell’arco di 4 settimane”.
In ogni caso “c’è stato assicurato che saremo inseriti comunque nell’ambito della fase 1 che, presumibilmente, dovrebbe concludersi entro marzo”, ha concluso il presidente del Cao, ricordando che “nel primo testo del piano vaccinale c’è stata ‘una dimenticanza’ della nostra categoria, successivamente c’è stata una variazione, e ne siamo soddisfatti”.
(Ram/Adnkronos Salute)
Autore: Redazione