“Il Cesalpino” – La nuova edizione della rivista dell’OMCeO Arezzo

“Il Cesalpino” è la Rivista medico-scientifica promossa ed edita dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Arezzo. Pubblica lavori originali, di carattere medico scientifico con periodicità quadrimestrale.

Il primo numero del 2019, segna l’avvio della nuova edizione della rivista “Il Cesalpino” che nasce nel novembre 1871 e ha rappresentato, in modo più o meno continuo in questi 150 anni, la voce scientifica dei Medici Aretini.

“Il Cesalpino”, nato inizialmente come bollettino di informazione per i Medici iscritti all’Ordine della nostra Provincia, nel corso degli anni si è lentamente trasformato in rivista scientifica di ampio respiro, accogliendo contributi su tematiche diverse.

L’evoluzione de “Il Cesalpino”, ha seguito sostanzialmente due direttrici.

La prima, facile, è stata quella di rinunciare ad un bollettino che, nel mondo 2.0, sarebbe stato comunque fuori dal tempo. La necessità di informazione in tempo reale infatti è oggi soddisfatta dalla posta elettronica, dal web e dai social media che la tecnologia ci ha messo a disposizione e dei quali non riusciremmo più a fare a meno.

L’altra direttrice, decisamente più complessa, è stata quella di intraprendere un percorso virtuoso che, attraverso le corrette informazione e formazione dei medici, concorresse al progresso culturale e scientifico di tutta la comunità professionale, in modo tale da dare contenuto alla “sussidiarietà” (già “ausiliarietà”) tanto in senso deontologico quanto a tutela della salute dei cittadini e della comunità, sempre e comunque in completa ed assoluta autonomia, riconoscendo come prioritarie tematiche quali l’Appropriatezza in Medicina e la Relazione tra Ambiente e Salute.

La rivista “Il Cesalpino” è inserita nelle banche dati di EBSCO Information Services, una delle più grandi società private di database di ricerca e riviste elettroniche negli Stati Uniti, visionabile al sito www.ebsco.com

Gli obiettivi che ci riproponiamo rispetto alle tematiche di riferimento sono:

  • essere mezzo di aggiornamento continuo cercando di rappresentare una fonte di informazione trasparente e indipendente;
  • rappresentare uno strumento di stimolo e di incontro per la comunità medica e più in generale per la sanità;
  • contribuire a migliorare la preparazione professionale dei medici del territorio, rendendola sempre più mirata;
  • costruire un raccordo di forze scientifiche, tecniche, culturali e di governo che vogliano corresponsabilizzarsi per contribuire all’elaborazione di una cultura della salute;
  • offrire uno spazio di comunicazione al quale partecipare attivamente, confrontando esperienze, idee e sensibilità nuove;
  • promuovere la prevenzione primaria, la riduzione, cioè, dell’esposizione individuale e collettiva ai determinanti ambientali di malattia;
  • promuovere l’applicazione del Principio di Precauzione;
  • difendere la salute dal rischio biologico connesso alle sostanze immesse nell’ambiente;
  • formare studenti di medicina e giovani medici, attraverso lo sviluppo della cultura della medicina di comunità e di un intervento responsabile sull’insieme dei fattori socio-economici, culturali e ambientali;
  • promuovere abilità di “osservazione” nei confronti delle performance e delle distorsioni del sistema sanitario.

In particolare “Il Cesalpino”, riconoscendo che compito della professione è contribuire alle scelte attraverso l’individuazione delle priorità e la verifica delle linee guida nella pratica clinica, si propone di fornire strumenti di conoscenza critica ai medici, affinché possano:

  • valutare le domande proprie e improprie che i propri assistiti e i cittadini più in generale presentano, decodificando l’informazione non sempre trasparente e obiettiva.
  • vigilare sull’appropriatezza delle prestazioni, denunciando all’occorrenza il disease mongering, ovvero tutte quelle strategie che puntano ad aumentare il numero dei malati e di malattie con il solo scopo di allargare il mercato della salute.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha recentemente affermato che 1/4 della malattie e delle morti sia attribuibile a fattori ambientali modificabili e quindi prevenibili. Questa preoccupante stima proveniente da un organismo così autorevole rende necessaria, urgente e auspicabile la messa in campo, tanto a livello nazionale che internazionale, di strategie di prevenzione primaria e di promozione della salute in grado di incidere positivamente sullo scenario attuale, nel quale i determinanti ambientali, sociali, culturali, etico-legali ed economico-finanziari risultano sempre più importanti per la salute e tra loro inscindibili.

L’emergenza ambientale è determinata dalle conseguenze, potenzialmente drammatiche, del cambiamento climatico globale, della riduzione complessiva di biodiversità, dell’aumento di sostanze chimiche pericolose in tutte le matrici ambientali.

La prima linea di difesa contro le patologie cronico-degenerative, oncologiche e non, dovrebbe essere la prevenzione primaria, intesa come riduzione dell’esposizione collettiva ai sempre più ubiquitari fattori ed agenti tossici, genotossici e cancerogeni. Ma è cosa nota che l’attuazione di una vera prevenzione primaria si è spesso incagliata in un percorso irto di ostacoli. A differenza di quanto è accaduto per l’identificazione e la lotta agli agenti causali delle malattie infettive e contagiose, l’identificazione dei principali agenti chimico-fisici tossici, potenzialmente mutageni o cancerogeni, ha dovuto farsi strada fra scetticismi e ostilità di ogni tipo, in genere contrastata da interessi economici e finanziari legati al modello della cura della malattia e non delle cause che producono la perdita di benessere.

Per gli stessi motivi anche il Principio di Precauzione viene costantemente disatteso. Il Principio di Precauzione è un approccio alla gestione dei rischi che si esercita in una situazione d’incertezza scientifica, che reclama un’esigenza d’intervento di fronte ad un rischio potenzialmente grave, senza attendere i risultati della ricerca scientifica.

È innegabile che se si fosse applicato tale Principio fin dai primi allarmi circa la cancerogenicità dell’amianto o del benzene si sarebbe evitato il costante incremento di patologie neoplastiche, che da alcuni decenni interessa anche i bambini.

L’altro tema di punta del Cesalpino è quello del “consumo” di prestazioni sanitarie in assenza di chiare indicazioni, o “Consumismo Sanitario”, un fenomeno che si sta intensificando e che genera distorsioni e contribuisce alle disuguaglianze. Questo fenomeno infatti, figlio delle logiche del marketing e dei meccanismi del “consumismo”, tratta la salute come una merce di consumo. Il consumismo interessa, in primo luogo, e forse con maggiori giustificazioni, il settore privato, ma anche il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non ne è esente ed è la relazione pubblico-privato ad esserne perturbata.

A essere sotto attacco è oggi il SSN come sistema che risponde ai criteri di universalità, solidarietà ed equità e a proteggerlo non sono certo sufficienti gli importanti dati statistici che dimostrano che dove c’è un SSN pubblico la salute è maggiore. La difesa del SSN deve avere al centro il rifiuto della mercificazione della salute finalizzata al profitto, a favore del suo ruolo etico di tutela di valore universale, individuale e collettivo.

Il mercato è diverso: c’è conflitto tra chi ha per obiettivo prevalente il profitto e chi ha per obiettivo prevalente la salute. La sanità deve essere governata dalla struttura pubblica, se non altro per motivi etici senza sprechi, tenuto anche conto che le risorse sono limitate, e con obiettivi di appropriatezza di intervento. La solidarietà non può comprendere tutto: il necessario e il superfluo. Si tratta di avere un sistema che individui quali sono le prestazioni efficaci e appropriate e le priorità che indirizzino le allocazioni delle risorse. Al di fuori di questi criteri, l’uso eccessivo delle prestazioni non solo fa spendere, ma spesso non serve, e talvolta può essere dannoso per la salute stessa del cittadino. La moderna medicina spreca immense risorse per esami inutili e terapie inappropriate: questa è la ragione vera per la quale la sanità costa sempre di più e diventa insostenibile. Il consumismo sanitario va peraltro ad impattare le categorie più fragili economicamente, ma anche culturalmente.

Cause del consumismo sanitario sono la disinformazione e la cattiva comunicazione, la cultura diffusa del “diritto a tutto, subito e gratis” e i bisogni indotti dal mercato.

Il consumismo sanitario si adopera per creare bisogni attraverso campagne di stampa, associazioni di malati, giornate nazionali, creazione di centri e associazioni scientifiche e produzione di numeri, dati e ricerche ad hoc.

L’industria della salute deve reclutare sempre più clienti che consumino pillole, che facciano esami, ricoveri, visite, interventi. Ed oltre ai malati vanno reclutati anche i sani! Il messaggio dei media è ormai esplicito: ognuno è a rischio, più o meno remoto, di ammalarsi, quindi anche i sani devono ricorrere all’industria della salute, e precocemente, trasformandosi così in malati.

Un sicuro contributo al consumismo sanitario è anche fornito  dalla cosiddetta Medicina Difensiva, dove il medico, nello svolgimento della propria attività professionale con le relative richieste diagnostiche, è unicamente attento alla difesa di se stesso da eventuali possibili azioni di rivalsa ,  per responsabilità medico-legali, da parte dei propri assistiti.

Il consumismo sanitario determina la fine della ricerca indipendente poiché i costi della ricerca sono elevati e non sostenibili dai governi, ma solo dalle multinazionali con chiaro e spesso non dichiarato conflitto d’interesse.

Il compito delle professioni è quello di diventare la voce più forte a favore del SSN e del cittadino per individuare le prestazioni efficaci, i determinanti e i fattori di rischio principali da cui proteggersi, tenendo presente e svelando che certa scienza può falsificare se stessa per autopromuoversi, ed è in questa direzione che “Il Cesalpino” si propone di dare un forte significativo contributo.

A cura di:

Amedeo Bianchi, Coordinatore editoriale del “Il Cesalpino”

Lorenzo Droandi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Arezzo

Roberto Romizi, Direttore responsabile del “Il Cesalpino”

Autore: Redazione

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