Questa volta a raccontarci la sua esperienza di volontariato sarà un dentista. Il dottor Mauro Giacomi, iscritto all’OMCeO di Frosinone, che dal 2003 lavora come volontario in un ambulatorio dentistico a Betlemme nella Cisgiordania capitale del Governatorato di Betlemme dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Nell’ambulatorio, gestito dalle suore di S. Vincenzo di Paoli, si curano i bambini palestinesi orfani e abbandonati, ma anche tutti i poveri della città. Una zona di forte tradizione cristiana ma fronte anche di guerra e conflitti più o meno striscianti. A lui abbiamo rivolto alcune domande sulla sua esperienza.
Dottor Giacomi, come nasce in lei l’esigenza di svolgere attività di volontariato?
«Ha radici molto lontane. Essendo stato educato negli ambienti Salesiani di Don Bosco, nasce spontaneo dedicare se’ stessi ai Fratelli meno fortunati».
Come viene visto il suo lavoro dalle autorità israeliane?
«Il mio lavoro come quello degli altri colleghi che partecipano al progetto è visto molto bene dalle autorità, alla luce dei buonissimi risultati frutto di lavoro certosino e di ottima fattura».
La leggenda metropolitana vuole che i dentisti guadagnino molto: lei come concilia il suo lavoro privato e la famiglia con l’attività di volontariato?
«Le leggende sono tali perché non è tutta verità. E io ne sono sempre più convinto, tenendo conto che la mia attività odontoiatrica è cominciata nel 1982. Il mio lavoro privato risente poco della mia attività di volontariato – e mi riferisco naturalmente alla gestione dei pazienti, al rapporto con i collaboratori e a livello economico – semplicemente facendo coincidere il mio periodo di ferie e delle festività con il tempo che trascorro a Betlemme.
Attualmente io coordino 12 volontari e, a giro, riusciamo a coprire tutti e 12 i mesi dell’anno. La mia famiglia, composta da mia moglie e due figli di 22 e 18 anni, è stata coinvolta direttamente in questo tipo di volontariato».
Quale la specificità del popolo palestinese e in particolare dei bambini?
«E’ un popolo ricco culturalmente ma molto povero dal punto di vista economico, e le patologie che si riscontrano sia negli adulti che nei bambini è direttamente legato a una qualità alimentare scadente ( carie destruenti e perdita precoce di elementi dentari ). Infatti ci stiamo attivando per andare nelle scuole ad insegnare le norme basilari alimentari, di igiene orale e di prevenzione».
Perché ha scelto Betlemme piuttosto che l’Africa?
«La scelta è stata fatta al momento della prima vera occasione che mi si è presentata come volontario puro su proposta del Presidente dell’U.N.I.T.A.LS.I., il dottor Antonio Diella. Dal 2006 ad oggi abbiamo raggiunto un turn-over di volontari solido e se ci saranno altre adesioni di colleghi collaboreremo anche in un progetto che partirà il prossimo dicembre nella Repubblica Centro Africana».
Conosce la realtà del mondo ordinistico in campo odontoiatrico? Ha mai diffuso tra i colleghi, per incentivarli, la sua esperienza di volontariato?
«Purtroppo non conosco la realtà del mondo ordinistico in campo odontoiatrico. La diffusione della mia esperienza di volontario per incentivare i colleghi viene fatta in tutte le occasioni utili: porta a porta, stampa locale, diffusione di filmati e foto in formato dvd, manifestazioni che si presentano di ogni tipo. Dalle notizie raccolte mi risulta che il coinvolgimento venga frenato molto per paura dei conflitti più che per motivi economici. Purtroppo le notizie diffuse dalla stampa a volte sono distorte e non veritiere. Finora non ho mai assistito a Betlemme ad attentati o quant’altro, e nessun volontario sia medico che non della Creche ha subito danni alla propria incolumità. L’unica spesa che si affronta è il viaggio: il costo di un andata/ritorno Roma Fiumicino-TelAviv mediamente è di 400 euro. E, naturalmente, un’altra spesa sono i materiali di consumo per chi li volesse donare».
Autore: Redazione FNOMCeO