Il futuro del personale sanitario e della sua mobilità in Europa è un tema che è stato affrontato dal legislatore comunitario per anni.
In pratica, si rifà direttamente al principio universale "dell’accesso alle cure sanitarie preventive" e del "diritto di beneficiare di cure mediche" nel proprio Paese (art. 35 della Carta “vincolante” europea dei diritti fondamentali). Tale principio viene messo in discussione dall’impatto della crisi finanziaria sui bilanci nazionali, attualmente in riduzione, ma anche da una carenza di personale sanitario sempre più in condizione di mobilità. Va quindi ricercato, e trovato, quel fragile equilibrio tra l’imperativo della salute che fa riferimento al famoso "livello elevato di protezione della salute umana" che deve essere garantito in "tutte le politiche dell’Unione" e le forze di mercato relative alla libera circolazione dei pazienti, nonché quella dei professionisti.
Per il momento, la UE si è dotata di due obiettivi: la raccolta dei dati e la redazione di un piano per la gestione di questa forza lavoro.
I dati europei sul futuro del personale sanitario
Dopo la pubblicazione nel 2011 dell’European Observatory on Health Systems and Policies sulla "mobilità dei professionisti della salute e sistemi sanitari: evidenze provenienti da 17 Paesi europei", è importante notare che i dati sono ancora limitati: infatti i dati della Commissione sulla scarsità di operatori sanitari in Europa entro il 2020, riguardano in realtà un calcolo di portata limitata, in quanto non hanno coperto la generalità delle professioni. Ad esempio lo studio non ha considerato gli odontoiatri, mentre ha attestato la propria attenzione sulle professioni di medico, farmacista, fisioterapista e infermiere. A giudizio della Commissione, dall’analisi di questi dati si evince che "non saranno assicurate circa il 15% delle cure necessarie".
Autore: Redazione FNOMCeO