Il futuro spaventa le famiglie italiane

Report n. 95/2010

IL FUTURO SPAVENTA LE FAMIGLIE ITALIANE

Una famiglia su tre in difficoltà a causa dei costi di malattie gravi e condizioni di non autosufficienza o per la perdita di reddito del capofamiglia. I cittadini chiedono un welfare più efficiente e protettivo, che può essere realizzato con un maggiore coinvolgimento di volontariato, Regioni e imprese.

Assicuratori e consumatori aprono insieme un confronto sull’attuale modello di welfare e sui nuovi assetti che si vanno delineando, e iniziano un percorso comune finalizzato ad approfondire e affrontare i problemi di una società italiana in rapido cambiamento. Questo il senso del Convegno «Gli scenari del welfare. Tra nuovi bisogni e voglia di futuro», organizzato dal Forum Ania-Consumatori, fondazione promossa dall’Ania con lo scopo di rendere ancora più sistematico il dialogo tra imprese di assicurazione e consumatori.

Dal confronto che il Forum ha sviluppato su questo tema nasce la convinzione comune che il sistema attuale è statico e non più adeguato a rispondere alle esigenze dei cittadini. Ciò è confermato anche dai risultati dello studio realizzato dal Censis per il Forum Ania-Consumatori basato su un’indagine condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana e su testimonianze di amministratori locali e rappresentanti di imprese ed enti attivi nel campo dei servizi socio-sanitari, da cui emerge che la non autosufficienza e l’impossibilità di pagare le spese mediche rappresentano la prima paura degli italiani, più sentita della criminalità e della disoccupazione. A ciò si accompagna la richiesta di un welfare più protettivo, efficiente e responsabile, che dia risposte concrete a tutti i cittadini sui temi della sanità e della previdenza.

Dallo studio emerge, in primo luogo, il problema delle ingenti spese per il sostentamento dei familiari che si trovano in una condizione critica. Nell’ultimo anno, infatti, il 32% delle famiglie italiane ha dovuto affrontare gravi situazioni di disagio legate alla necessità di assistere persone non autosufficienti o malati terminali, oppure portatori di handicap, di affrontare situazioni di dipendenza da alcol o droghe, di sopperire all’improvvisa perdita di reddito o alla disoccupazione di un loro congiunto.

Si tratta di disagi gestiti dalle famiglie in totale autonomia (59%) o con il sostegno di amici o parenti (28%), in assenza o con uno scarso apporto del sistema di welfare, che in questi casi presenta delle vere e proprie falle, venendo meno alla sua funzione tradizionalmente universalistica.

Questa sensazione di solitudine si ripercuote direttamente sui timori dichiarati dai cittadini. A generare una forte angoscia nell’animo degli italiani sono, prima di tutto, la non autosufficienza (85,7%) e l’impossibilità di sostenere le spese mediche (82,5%). La pensione e i problemi connessi con la vecchiaia, invece, non fanno dormire sonni tranquilli al 67,6% degli intervistati.

Considerati questi presupposti, non stupisce che la maggior parte degli intervistati richieda un welfare più efficiente e modulato sui nuovi bisogni di protezione. Tra le azioni possibili, la maggioranza degli italiani individua l’eliminazione degli sprechi e un maggiore coinvolgimento del privato nel sistema previdenziale e sanitario, stante il ruolo prevalente e di garanzia dello Stato.

Gli operatori che erogano i servizi e gli amministratori locali sembrano in sintonia con l’opinione pubblica. Il 70% degli amministratori dichiara di considerare efficace la partnership pubblico-privato per i servizi in generale, mentre il 37% è assolutamente favorevole a un maggiore coinvolgimento delle imprese e degli enti anche nel sistema sanitario territoriale.

Roma 08/10/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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