E dopo la professoressa Donatella Lippi, e la sua guida attraverso i significati più profondi del Giuramento professionale, tra Storia, Legge e Letteratura, vogliamo dare voce agli altri protagonisti del momento più emozionante delle celebrazioni, quando il più giovane iscritto all’Albo dei Medici e la più giovane iscritta a quello degli Odontoiatri hanno rinnovato le loro promesse.
Francesco Di Dio è il più giovane iscritto all’Albo dei Medici. Nato nel 1986 a Vizzolo Predabissi (Milano), a soli 23 anni si è laureato con 110 e lode in Medicina e Chirurgia, presso l’Università degli Studi di Milano ed è ora specializzando in pediatria presso l’Ospedale San Paolo, sempre nel capoluogo lombardo.
Cecilia Crupi è, invece, la più giovane iscritta all’Albo degli Odontoiatri. Anche lei è nata nel 1986 (a Messina), e anche lei si è laureata – sempre a Messina – con 110 e lode, il 31 luglio 2009. Ha intenzione di specializzarsi nell’Ortodonzia e lavora nello studio di famiglia.
Ma sentiamo come hanno affrontato “il gran giorno”, quello in cui si sono alternati nella lettura del Giuramento – nella versione approvata dalla FNOMCeO nel 2007 – davanti alla platea del Santo Spirito.
Cosa hai provato nel rappresentare tutti i tuoi giovani colleghi leggendo – in nome loro – il Giuramento professionale?
Di Dio: “Essere invitato a leggere il Giuramento è stato per me un grande onore e una grande emozione. In particolare, quando ho promesso “di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario”, principi a me molto cari, ho sentito il mio battito cardiaco accelerare”.
Crupi: “È stato un invito inaspettato. La Cerimonia e tutto il suo contesto sono stati, per me, momenti molto emozionanti e ricchi di significato. Spero di essere sempre degna di quanto ho giurato, di poter aiutare gli altri, rispettando i pazienti”.
Qual è per te, ai giorni nostri, il senso del Giuramento?
Di Dio: “Sicuramente non è un atto anacronistico: il testo rispecchia un’idea del medico di grande attualità, al servizio di tutta l’umanità, al di sopra di qualsiasi divisione di razza e genere tra gli uomini.”
Crupi: “Condivido pienamente il Giuramento. Rileggendolo in questa occasione, ho avuto modo di apprezzarne ancora di più il significato. Contiene tutti i principi di base della professione, regole che andrebbero sempre rispettate”.
Durante il tuo percorso universitario, ti sono stati impartiti alcuni cenni di Deontologia? Ritieni che sarebbe utile una riforma, in tal senso, dei programmi?
Di Dio: “Certamente qualche accenno alla Deontologia sarebbe utile, magari all’interno del Corso di Medicina Legale, anche perché ci si scontra ogni giorno con problemi deontologici ed etici in senso lato.
Ad esempio, avendo a che fare con i bambini, mi confronto ogni giorno con alcune mamme che vorrebbero che i loro figli fossero sottoposti a terapie di cui, in realtà, non hanno bisogno”.
Crupi: “Non ho mai studiato la Deontologia. Certo, qualche chiave di lettura, qualche principio base sarebbe utile, magari all’interno di un Corso già esistente (penso, ad esempio, a Medicina Legale).
Riflettendo su una riforma in senso lato del mio percorso di studi, aumenterei poi le materie specialistiche e, soprattutto, le ore di tirocinio, visto che il nostro è un mestiere molto “manuale”. Devo dire, però, che noi, a Messina, siamo fortunati, in quanto abbiamo a disposizione un ambulatorio in cui possiamo fare pratica”.
E, infine, una domanda quasi d’obbligo: quali sono i vostri progetti per il futuro?
Di Dio: “Vorrei fare il pediatra di base. Un mio grande desiderio è anche quello di trasferirmi per un periodo in un paese in via di sviluppo, per prestare opera di volontariato. Ho trascorso gli anni del liceo in Nigeria, per seguire mio padre che lavorava là, e ho avuto modo di vedere da vicino quanto siano necessari i medici in quei territori”
Crupi: “Anch’io desidero lavorare con i bambini. Ho intenzione di specializzarmi in Ortodonzia per mettere gli apparecchi ai bambini in età scolare. Ma, soprattutto, desidero migliorarmi costantemente, senza mai considerare finito il mio percorso di crescita professionale. Per questo, seguo corsi e , osservando i colleghi, cerco di accumulare l’esperienza adatta per agire sui pazienti. Nel futuro, spero di usare questa esperienza per giungere a fare qualcosa di veramente innovativo per la professione, sempre nell’interesse degli altri”.
Autore: Redazione FNOMCeO