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“Il medico in condizioni di criticità”: report sul convegno di Gorizia

Organizzato dall’OMCeO di Gorizia, si è svolto lo scorso 9 giugno un incontro dal titolo “Il medico in condizioni di criticità”.

Dice Albino Visintin, vice presidente dell’Ordine e medico di famiglia: “Parliamo di punto di criticità quando, in un fenomeno fisico o chimico, la variazione anche minima di un parametro determina un effetto di grande entità. Di variazioni nell’ambito della professione ve ne sono state molte, metabolizzate con difficoltà soprattutto da quanti svolgono il lavoro di medico nella solitudine dei propri ambulatori".

Continua Roberta Chersevani, presidente dell’Ordine “Abbiamo voluto raccogliere informazioni sui motivi del disagio sempre crescente in questa professione, nonostante la coscienza e preparazione dei medici, e capire quali meccanismi possano aiutarci per migliorare la nostra esistenza “travagliata” e la nostra efficacia verso i cittadini”.

Delle difficoltà di natura economico-previdenziale ha parlato Claudio Testuzza, medico esperto nei temi di sanità, previdenza e pubblico impiego. “ Si parla di: "centralità medica" in un momento di perdita di ruolo e perdita economica, quando con l’autonomia professionale ridotta e la crisi recessiva più acuta, la sanità pubblica rischia di piegarsi sotto i limiti economici e la delegittimazione sociale. Il blocco dei contratti e delle convenzioni disposto nel 2010, fa ipotizzare una perdita secca del potere d’acquisto non inferiore al 20% nel periodo 2010-2014
Solo se sapremo puntare sul concetto di unità (andando oltre le tante sigle di carattere organizzativo sindacale) potremo avere, nel futuro, una condizione di sopravvivenza".

Maurizio Maggiorotti, presidente dell’Amami, partendo dalle 30mila denunce e richieste di risarcimento presentate ogni anno che vedono poi assolti, dopo processi che durano dai cinque agli otto anni, oltre i 3/4 dei medici coinvolti, presenta le richieste nelle quali l’associazione è impegnata: la definizione di atto medico, l’obbligo per le compagnie di assicurare i medici sul modello Rc auto con un sistema Bonus-malus, la creazione di un “fondo vittime area terapeutica” sul modello francese per un risarcimento tempestivo, la creazione di un osservatorio del contenzioso e dell’errore medico.

Antonella Bulfone, Medico Legale e Dirigente Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha ricordato come responsabilità professionale significa adesione cosciente, attiva e partecipata alle regole di condotte tecniche e relazionali, assunzione seria e convinta del complesso onere dei doveri professionali, consapevolezza di poterne anche rispondere. Il problema della causalità si concentra nello stabilire se l’evento di danno sia in rapporto causale con quei momenti della prestazione che siano risultati colposamente inadeguati. In questi casi la documentazione clinica costituisce la fonte di maggior importanza. "Dobbiamo pensare – conclude Antonella Bulfone -a una nuova dimensione della responsabilità medica, essenzialmente etica che risieda nel dovere/obbligo di rispondere al paziente, alla società, alla professione e alla propria coscienza. Non solo rapporto medico-paziente ma anche rapporto paziente-sanità".

Giuseppina Boidi, già Primario di Psichiatria Asl 3 di Genova ha sottolineato come per vivere e lavorare bene occorre prima di tutto avere cura di se stessi, essere formati a gestire gli inevitabili sentimenti ambivalenti senza esserne travolti. In particolare ha detto come l’ambiente sanitario sia un posto di lavoro difficile per le donne perché il modello organizzativo in sanità rimane prevalentemente maschile con poco rispetto della vita privata e difficoltà di conciliare vita/lavoro. Lo stress lavorativo nella donna è maggiore per il difficile adattamento a situazioni organizzative che impongono ritmi più serrati e minor tempo da dedicare ai pazienti.

Adriano Segatori, Psichiatra psico-terapeuta dell’Asl 2 Isontina con il suo intervento che ha fatto ripercorrere l’arte della medicina da Platone ai nostri tempi ha trasmesso l’importanza di considerare che "Non solo […] il paziente ha un medico dentro di sé, ma anche nel medico esiste un paziente".

Maurizio Cantore, Medico specialista in oncologia ed ematologia operante nella ASL di Massa Carrara, ha toccato, con il suo intervento, profondità e leggerezze possibili anche di fronte alla malattia e alla morte. Presentando il cancro anche come occasione di favola, ha narrato di come si possa realizzare/nonrealizzare una alleanza terapeutica. Presentate anche ricerche su cosa pensano i primari oncologi italiani, nell’ipotesi di una personale malattia oncologica, e su come il collega ammalato di cancro viva la sua malattia e quale relazione crei con il suo curante.

Maurizio Cantore ha mostrato quali azioni siano messe in atto a Carrara per difendersi in oncologia e ha concluso ribadendo la necessità di lasciare sempre il diritto alla speranza e il diritto alla non conoscenza.

Infine, Annarita Frullini, Medico che lavora per il benessere delle persone e delle organizzazioni ha presentato il mito di Sisifo rivisitato da Camus – bisogna immaginare Sisifo felice – come una metafora dove il macigno è la complessità della sanità. Rispetto a questa complessità schiacciante ricordando che “la semplicità è il sigillo della verità” può essere utile apprendere da altri sistemi complessi, in primis dalla fisiologia del corpo umano, sistema complesso per eccellenza.

Da Luigi Conte, segretario del Comitato Centrale della Federazione, è giunto l’invito a pensare a una professione che riceve continui riconoscimenti e non a una professione assediata.

La Chersevani ha concluso i lavori ipotizzando la creazione fra gli iscritti all’ordine di Gorizia di un forum permanente dove fra domande e risposte condivise si possa mantenere lo stimolante laboratorio dello stare insieme sperimentato.

Autore: Redazione FNOMCeO

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