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Il prendersi cura: una rivoluzione etica?

In tempi brevi, FNOMCeO e IPASVI formuleranno un documento congiunto in tema di cure palliative, per dare insieme un segnale forte alla politica che sarà chiamata a fare la sua parte. È questa la proposta avanzata dal Vicepresidente FNOMCeO Maurizio Scassola, in conclusione dei lavori, ad Ancona, del convegno “Il prendersi cura. La parola d’ordine che può rivoluzionare la nostra società”.

La proposta è stata condivisa dalla Presidente FNOMCeO Roberta Chersevani, che ha sottolineato “il clima di collaborazione interprofessionale, il senso del lavorare insieme, l’importanza del volontariato. La proposta è da portare avanti nei prossimi mesi”. D’altra parte, già nel messaggio iniziale di saluto, Chersevani aveva parlato di “umanità e relazione di cura” e dello “spirito di collaborazione tra professioni diverse”. L’evento, giunto alla IV edizione, è stato organizzato dall’OMCeO di Ancona, con la collaborazione di FNOMCeO.

E proprio il Presidente OMCeO di Ancona Fulvio Borromei, nell’aprire la giornata, ha ricordato sia la legge 38/2010, sia il Codice deontologico dei medici del 2014: “Occorre un approccio professionale ed umano nel concetto del ‘prendersi cura’, perché questo è un aspetto unificante in una società come la nostra, frammentata e divisa. Proprio per questo parliamo di rivoluzione etica. Questo percorso è iniziato a Loreto il 24 maggio 2014 sul tema cura e terapia devono essere unite. Poi è proseguito ad Ancona il 6 giugno 2015 sui tempi delle cure palliative (art. 16 C.D.). Quindi l’11 giugno 2016, sempre ad Ancona, sull’applicazione delle cure palliative. Sempre abbiamo sottolineato l’impegno pluriprofessionale e il ruolo del volontariato per la rivoluzione etica che auspichiamo”. Borromei fa parte del Comitato centrale della Federazione, dove coordina anche il gruppo di lavoro sulle cure palliative, pertanto è impegnato direttamente a livello nazionale.

Secondo Sauro Longhi, Rettore dell’Università di Ancona, “è necessario portare il concetto del prendersi cura non soltanto nei corsi di laurea per i medici, ma anche in quelli delle altre professioni. Salute e istruzione devono stare insieme perché esiste il valore della conoscenza”.

Michele Caporossi, DG Ospedali riuniti di Ancona, ha detto: “Le risorse finanziarie non sono infinite e i conti si fanno con le risorse che ci sono. I nuovi LEA sono carenti in tema di cure palliative. L’efficienza del sistema va rapportata alla questione di equità nell’accesso ai servizi”.

Emma Capogrossi, assessore alla Sanità del Comune di Ancona, ha parlato di “impegno nel fornire risposte adeguate ai bisogni dei cittadini, creando delle reti. Stiamo lavorando per creare welfare di comunità, in una società dove sono aumentate le diseguaglianze e sono diminuite le risorse finanziarie”.

La Presidente OMCeO di Fermo Anna Maria Calcagni ha detto che “la comunicazione medico-paziente a volte è limitata a causa della burocrazia eccessiva”, mentre il Presidente OMCeO di Macerata Amerigo Sbriccoli si è soffermato sulle problematiche connesse al progressivo aumento della popolazione anziana. Per Rossana Scaramuzzo, Presidente IPASVI di Ancona, “il fulcro della nostra azione è la persona”.

Arcangela Guerrieri, pediatra di libera scelta e consigliere segretario OMCeO di Ancona ha coordinato parte dei lavori, presentando la professoressa Elvira Parravicini, neonatologa, professore associato alla Columbia University di New York, dove dirige il programma di Comfort Care Neonatale. Spiegando il suo lavoro e mostrando commoventi immagini di neonati affetti da gravi patologie, Parravicini ha aggiunto: “Ci occupiamo di cure palliative per bambini terminali o per bambini con prognosi avverse, come i prematuri o quelli affetti da cardiopatie non curabili. Siamo in grado di effettuare diagnosi prenatali sempre più precise, molto importante è che il team comunichi con i genitori sulle situazioni migliori o peggiori di fronte a neonati che possono avere bisogno di terapie intensive o di cure palliative. In termini di giorni, i neonati curati con comfort care vivono in un range tra 1 e 164 giorni, mentre quelli trattati in terapie intensive si fermano a 123 giorni. Pertanto, si può affermare che le cure palliative consentono ad alcuni neonati di vivere un po’ più a lungo”.

Rossana Berardi, direttore Clinica oncologica Università di Ancona ha messo in relazione i bisogni del malato e le risposte della medicina e del volontariato ed ha spiegato come si è arrivati alla costituzione, dopo un impegno durato anni, della rete oncologica marchigiana. “Siamo riusciti a fare network”, ha detto.

Letizia De Vincenzo dell’Associazione ANTEA ha portato testimonianze dell’esperienza maturata da ANTEA nel Lazio ed in altre realtà territoriali e delle sinergie che si sono create con la Federazione FAVO ed altre associazioni di volontariato.

Guido Marinoni, componente il Comitato centrale FNOMCeO, ha compiuto un excursus sul tema “Il Codice deontologico e il ruolo della FNOMCeO nella rivoluzione etica delle cure palliative”. Così Marinoni: “La FNOMCeO ha svolto un ruolo attivo su materie riguardanti le cure palliative, la relazione di cura, nonché sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Basta fare riferimento al nuovo Codice di deontologia medica del 2014 e agli articoli 6, 17, 20, 38 e 39 per comprendere quanto impegno ci ha messo la Federazione per definire alcune questioni. Inoltre, c’è da osservare che alcuni provvedimenti del Governo e del Parlamento si rifanno a concetti compresi nel nostro Codice: questo vale per il DPCM 12 gennaio 2017 sui nuovi LEA, come per il DL 2801 sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, che nel testo all’esame del Parlamento diventano disposizioni, mentre secondo noi è corretta la dizione dichiarazioni perché contiene in sé il senso della relazione di cura tra medico e paziente”.

Aurelio Filippini, Presidente IPASVI di Varese, ha detto di condividere l’impostazione di Marinoni, aggiungendo: “Anche noi abbiamo il nostro percorso per essere arrivati al Codice deontologico dell’infermiere, che concepiamo come agente morale. Abbiamo chiaro il concetto della cooperazione perché, rispetto ai bisogni del paziente, occorre ormai una risposta multiprofessionale. Ci sono poi alcuni articoli del nostro Codice che coincidono con articoli del Codice dei medici, penso ad esempio agli articoli 35, 39, 14 e 41”.

Fulvio Borromei ha infine confermato: “Andremo avanti e sicuramente ci sarà un nuovo appuntamento nel 2018, convinti che potremo parlare dei risultati raggiunti”. E, come in un bel film, quando scorrono i titoli di coda, non si può non ricordare una frase di Jun Rohn: “Una persona che ha cura di un’altra rappresenta il più grande valore della vita”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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