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Il vademecum degli specialisti su obesità e diabete

Bandire la sedentarietà, che è il principale fattore di rischio dello sviluppo dell’obesità, della sindrome metabolica e del diabete di tipo 2, riprogettando il proprio stile di vita a partire dall’attività motoria, che è la medicina principale se è ben strutturata a misura di paziente: queste le linee di indirizzo emerse dal convegno “Dall’obesità al diabete”, che si è svolto venerdì 15 aprile nell’aula magna dell’Istituto alberghiero (Ipsseoa) di Palermo.

In Sicilia il 10% della popolazione maschile e il 9% di quella femminile soffrono di diabete, contro una media nazionale del 7,7%; e il 43% non svolge nessuna attività fisica. Non va meglio per il numero di obesi e sovrappeso: le regioni del Sud hanno una prevalenza del 28,7%, contro una media nazionale del 19,3%. Non solo, dopo la Campania, in Sicilia c’è il più alto livello di mortalità per malattie cardiovascolari. Un censimento che ha  fatto scattare un campanello d’allarme anche tra i medici sportivi.

Nella prevenzione primaria, ha spiegato il Presidente dell’associazione medico sportiva Amsd-Fmsi di Palermo Giuseppe Virzìla medicina dello sport  ha un ruolo importante perché lavora principalmente con i giovani. È necessario accompagnarli verso un nuovo stile di vita, educandoli all’attività motoria prima dell’insorgenza della malattia, mettendo in campo progetti che entrino innanzitutto nelle scuole. Non è un caso che la scelta del luogo di questo momento formativo sia ricaduta in un istitutito scolastico”. 

Il binomio sport e corretta alimentazione, declinata alla dieta mediterranea, rappresenta un sorta di salvavita – ha detto Salvatore Amato, Presidente dell’OMCeO di PalermoI numeri sono sotto gli occhi di tutti e preoccupano non poco gli esperti, che incontrandosi al Congresso hanno potuto offrire un momento formativo prezioso anche per la diffusione di informazioni da estendere non solo ai cittadini, ma anche alle figure professionali che a vario titolo si occupano sul territorio di salute e prevenzione. Non si può prescindere da una corretta educazione sanitaria e responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti”.

Sono temi molto dibattuti ma ancora poco conosciuti. Pietro Di Fiore, dietologo e medico dello sport, ha chiarito che “sui benefici ottenuti, nella prevenzione di patologie degenarative non trasmissibili, come il diabete, tumori e patologie cardiovascolari e metaboliche, grazie all’attività fisica e una corretta alimentazione non ci sono ancora numeri precisi ma c’è un’evidenza scientifica”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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