Tra gli osservatori più acuti e preparati dell’interno sistema web, per ciò che riguarda le sue determinazioni in ambito salute e sanità, Eugenio Santoro, ha un pregio: non è statico. D’altra parte l’oggetto stesso delle sue attenzioni (la rete, le sue evoluzioni e le sue opportunità in ambito medico), lo obbliga ad un lavoro costante di cernita, di analisi, di rilevazione, di approfondimento qualitativo. Responsabile del laboratorio di informatica medica al Mario Negri di Milano, Santoro ha pubblicato "Web 2.0 e Medicina" e ora esce con la seconda edizione dello stesso testo, trasformata in "Web 2.0 e social media in medicina" (Pensiero scientifico editore, 346 pag), volume che rispetto alla sua prima uscita (nel 2009) contiene aggiornamenti sull’infinito mondo dei social network, della conoscenza costruita collaborativamente, dei social media sviluppati per differenti tipologie di users.
Introdotta da Silvio Garattini (“Sono trascorsi quasi tre anni dalla publicazione della prima edizione di questo volume. Una eternità se si considera la rapida evoluzione delle tecnologie che stanno alla base degli argomenti trattati. In questo periodo si è assistito ad un continuo fiorire di applicazioni, servizi e strumenti basati sulla tecnologia del web 2.0 e dei social media che hanno trasformato il modo di lavorare sul web…..”) questa seconda edizione aggiorna dati e visioni su vari mondi della connettività sociale, dai podcast ai blog, dai wiki alle health communities, dai sistemi di rating alle varie forme di personal health recording messe in campo da alcuni grandi gruppi mondiali. Soprattutto Santoro aggiunge qua e la alcuni paragrafi inediti che aiutano a comprendere specificità e affinità della situazione italiana con ciò che accade nel resto del mondo. E’ il caso dell’analisi delle “Esperienze italiane di social network rivolte ai medici” (pag 263-266), nelle quali Santoro identifica finalmente il tentativo anche della comunità medica tricolore di fare un passo avanti nel proprio tentativo di protagonismo medico.
Proprio la forza dell’esperienza sul campo di Santoro è il merito dei suoi volumi e anche di questo appena ri-editato. Imbattendosi quotidianamente nella realtà del web e nelle sue evoluzioni, il biomedico del Negri ha la possibilità con i suoi volumi di aiutare tutti – medici e non – con la forza di una segnaletica stradale che aiuta ad orientarsi, evitando perdite di tempo su Google con cartelli indicatori di primissima mano, affidabili e commentati, nonché con la capacità di offrire una visione di contesto di invidiabile sinteticità. E, come sempre, regala alcune preziosità, come nel caso delle pagine dedicate ad uno dei primi esempi esistenti di web semantico, cioè quel contesto di informazioni digitali rintracciabili in base a motori di ricerca in grado di gerarchizzare le risposte. Ebbene: Santoro suggerisce pregi e difetti (iniziali) di Wolframalpha (si veda: www.wolframalpha.com) motore di ricerca sviluppato da un fisico-matematico londinese, che già è in grado di restituire selezioni semantiche di risultati anche in ambito medico (pag 314-315). Esempio interessante di come sarà il futuro “migliore” del web, nella speranza di un cammino che porti qualità, capacità di valutazione delle risorse e – in ultima analisi – maggior governo delle infinite possibilità del www da parte dell’uomo, medico o paziente che sia.
Autore: Redazione FNOMCeO