Ad "Immigrazione e salute" è dedicato il convegno che l’Ordine dei medici di Vibo Valentia la FNOMCeO propongono per sabato 13 settembre. Tema complesso e delicato, che coinvolge problematiche etico-assistenziali, ma anche cliniche e di prevenzione, oltre che culturali. Abbiamo dialogato con Antonino Maglia, presidente dell’OMCeO locale, per definire i contorni di un dibattito a cui parteciperanno medici, esponenti del mondo politico locale e nazionale, antropologi e filosofi, nel tentativo di individuare "azioni di integrazione sociale e sanitarie nelle varie fasi dalla prevenzione alla cura nel rispetto dell’individuo e della sua identità".
Presidente Maglia: a Vibo si terrà un evento che tratta le problematiche sanitarie legate alle migrazioni e alla tutela della salute. Sono tematiche fortemente connesse alle attuali emergenze extracomunitarie in Italia ed Europa. Perché l’avete proposto e a chi intendete rivolgervi?
Il Consiglio dell’Ordine di Vibo Valentia è stato più volte sollecitato da parte dei colleghi medici, operanti sia in ambito ospedaliero che sul territorio, ad occuparsi della problematica sanitaria, relativa alla presenza di numerosi gruppi etnici che oramai da molto tempo risiedono nella nostra provincia e nelle Province limitrofe della nostra regione. Le continue e appropriate sollecitazioni erano determinate dalla necessità di offrire un servizio sanitario equo ed efficace a fronte di una oggettiva difficoltà ad interpretare il bisogno da parte di queste comunità che presentavano cultura sanitaria, identità sociale usi costumi e stili di vita a volte molto i differenti rispetto alla popolazione residente. Queste difficoltà sia di ottimale prestazione che di reale fruizione a volte sono amplificate in una piccola provincia per di più del Sud Italia, in una regione sottoposta tra l’altro al piano di rientro, dove le problematiche sanitarie stentano a trovare idonea soluzione, e dove le situazioni strutturali, di risorse umane e organizzative sono precarie, la presenza di numerosi gruppi di etnia diversa creano ovvie ripercussioni non solo sul versante della integrazione sociale ma anche sulla erogazione dei servizi socio sanitari.
Quindi non desiderate tanto fare "il punto della situazione", quando fotografare ed approfondire una situazione che é in profondo e continuo mutamento?
In questo ultimo periodo il flusso migratorio, che originariamente interessava le popolazioni provenienti dalle nazioni dell’est europea si è notevolmente accentuato tanto da diventare una emergenza sociale non solo per le nostre popolazioni ma per tutto il territorio nazionale . Pertanto la domanda proveniente dal mondo sanitario e la obbiettiva difficoltà, in questo momento a dare risposte eque ed efficaci hanno indotto il Consiglio dell’Ordine a ad affrontare queste tematiche in un momento di riflessione comune , coinvolgendo anche la Federazione Nazionale in una approfondita analisi e disamina volta sia ad avere contezza, analizzare e comprendere le cause e le motivazioni di questo flusso migratorio,che oramai, ad ondate sempre più consistenti, sembra stia diventando inarrestabile, quanto anche di intraprendere azioni positive sul versante sociale e sanitario che superando barriere comunicative, differenze culturali, pregiudizi razziali porti ad una auspicabile integrazione e possa fornire gli strumenti per rispondere alle esigenze di tutta la popolazione.
É interessante vedere che avete coinvolto nella giornata di studio figure di estrazione professionale e culturale molto differente…
Il Consiglio dell’Ordine nel proporre questa tematica ha individuato come interlocutori privilegiati sia gli operatori sanitari (Medici e Odontoiatri Infermieri, Ostetriche, tecnici sanitari)che gli operatori sociali (assistenti Sociali. Mediatori linguistici, sociali) nonché le Associazioni che a vario titolo operano in questo variegato e composito panorama multietnico. Ovviamente come Organo Ausiliario dello Stato l’Ordine dei medici auspica che la classe politica a livello regionale e nazionale fornisca attraverso leggi e iniziative legislative gli strumenti idonei per una reale e vera integrazione.
Il simposio unisce problematiche politico-sociali ad approcci prettamente sanitari. Lei crede che questi due approcci possano convivere e generare un unico modus-operandi nei confronti delle problematiche che il nostro Paese oggi sta vivendo?
Nell’organizzare e predisporre i temi e le relazioni del Convegno abbiamo tenuto in considerazione esattamente questi due momenti di riflessione e di dibattito. Nella prima sessione del Convegno nazionale "La cultura dello straniero, fenomeno migratorio e aspetti della multiculturalità" i relatori esperti ed impegnati in prima linea su questo fronte ci intratterranno sugli scenari migratori, sulle dinamiche relazionali relativamente alle attese e prospettive da parte dell’immigrato, nonché sugli aspetti antropologici e di identità culturale a volte espressa attraverso il corpo. Nella Tavola Rotonda "Immigrati e tutela della salute" saranno trattate anche attraverso l’esperienza diretta e sul campo da parte dei Medici e degli Operatori Sanitari le problematiche sanitarie di impatto socio- ambientale maggiormente significative. Attraverso queste due direttrici si individueranno e potranno essere meglio affrontate le più dirette azioni di integrazione sociale e sanitarie nelle varie fasi dalla prevenzione alla cura nel rispetto dell’individuo e della sua identità.
Nel convegno si parlerà di "cultura dello straniero" e di solidarietà. Il mondo ordinistico e medico in genere è portatore di questi valori? Il mondo della cura sa essere diffusore di valori etici e umani di accoglienza?
Per rispondere a questa sua domanda pertinente, interessante e impegnativa mi voglio riportare quanto sostenuto ed evidenziato nel Manifesto di Padova sul Multiculturalismo in medicina e sanità prodotto a seguito di un Convegno organizzato a Padova nel 2007 da parte della La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. In questo documento che invito a non solo a leggere ma a farne memoria e impegno quotidiano nella pratica medica la FNOMCeO considera il multiculturalismo e la molteplicità etnica proprie della società contemporanea quali uno stimolo e una sfida che i medici debbono affrontare nello spirito etico della tradizione ippocratica e nel rispetto dei valori di uguaglianza e universalità della nostra Costituzione. Lo stesso documento trae origine ed ispirazione non solo dal nostro Codice di Deontologia Medica quanto da dichiarazioni universali, legislazione nazionale ed europea. Pertanto non esagero nel dire che il valore della vita fa parte del DNA del Medico che si impegna non solo a difendere ma a diffondere con il proprio impegno quotidiano a fianco, al letto o sulla strada di chi soffre a prescindere dal suo status o dal colore della sua pelle e a promuovere il bene della salute quale bisogno ed esigenza primaria di ogni individuo.
Quali vogliono essere, negli obiettivi degli organizzatori, gli scopi di questo evento?
Sintetizzo in poche righe: capire e avere contezza che il fenomeno immigratorio non può essere considerato solo un problema che appartiene agli addetti ai lavori ma ha una implicanza sociale, una valenza culturale e una prospettiva che con il tempo deve essere vista sotto un ottica di integrazione. Superare pregiudizi e chiusure grette e razziste nei confronti di un mondo che sempre più è destinato a percorrere la nostra strada e a vivere la nostra esistenza. Individuare le giuste ed appropriate linee di integrazione sanitaria, con individuazione delle risorse umane, strutturali, organizzative che, pur nel rispetto delle tradizioni e delle culture di origine, portino ad una integrazione unitaria sotto i comuni aspetti che regolano la comune convivenza. Infine, costruire una rete socio-sanitaria tra tutti gli attori che ruotano nel multiculturalismo e che possa individuare bisogni e necessità nell’ottica di una prevenzione e cura delle malattie e del disagio psico-sociale.
Autore: Redazione FNOMCeO