La metamorfosi più rilevante degli ultimi 25 anni? Quella nella «relazione medico-paziente», perché ci si è lasciati (progressivamente) alle spalle la figura del dottore «paternalista», che «aveva caratterizzato i rapporti nel passato, con una evidente asimmetria fra le parti. Oggi, invece, la relazione di cura è quasi alla pari, nel senso che l’autonomia della persona, cui vanno sempre date le informazioni mediche adeguate, è divenuta fondamentale».
Con queste dichiarazioni del Presidente della Fnomceo Roberta Chersevani si aprono le pagine dedicata ai Medici del Libro D’Oro delle Professioni, che, in edicola oggi con la versione del lunedì del quotidiano giuridico-economico, ripercorre i primi 25 anni di Italia Oggi nel suo stare a fianco dei professionisti nel portare avanti le loro “battaglie e prospettive”.
Ma cosa è successo, in medicina in questi 25 anni?
“Le ricerche condotte in quest’arco temporale – ha risposto Chersevani – e che si stanno portando avanti hanno fatto sì che si arrivasse ad una grande conoscenza delle malattie, ad un chiarimento delle eziopatogenesi (le analisi del processo di insorgenza delle patologie e del loro sviluppo, ndr)» e, pertanto, la categoria si trova a poter disporre di «una quantità estremamente elevata di dati, di competenze, nonché di possibilità di cura, grazie ai nuovi farmaci. Tutto ciò, 25 anni fa, appariva impensabile», ha proseguito. Nel dettaglio, «ora ci è consentito parlare di tumori come di malattie croniche, diventate tali, perché i pazienti, alla fine, guariscono, o convivono con il tumore per moltissimi anni», condizione che prima «non esisteva». Per la numero uno dei «camici bianchi» del Paese, occorre, però, anche ringraziare l’avvento delle «nuove pratiche chirurgiche», fra cui «la chirurgia robotica» (mediante la quale il medico può effettuare un intervento manovrando, a distanza, un’apparecchiatura che esegue procedure comandate) e «le tecniche di simulazione» utilizzate nel «training» dei professionisti.
Tra le “battaglie e prospettive” della Fnomceo, l’approvazione della Legge sulla Sicurezza delle cure, la lotta ad abusivi, ciarlatani, false cure, e l’impegno per sostenere e diffondere la cultura delle vaccinazioni.
Battaglia, quella contro l’abusivismo, sicuramente condivisa dal Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Nazionale, Giuseppe Renzo, che ne è da sempre uno dei più strenui paladini. Al presidente Cao è affidato da Italia Oggi il compito di concludere le tre pagine sui Medici, che vedono anche l’intervento dell’Enpam. Riportiamo qui, in versione integrale, il contributo della Cao.
“È stata una norma di oltre trent’anni fa (la legge 409 del 1985) a stabilire che «la professione odontoiatrica potesse avere una propria forma autonoma” con “un proprio specifico albo, mentre già dal 1980 era stato istituito il corso di laurea in odontoiatria e protesi dentaria», inserito nel contesto degli studi in Medicina e Chirurgia. Nel tempo, poi, i corsi per diventare dentisti «si sono moltiplicati, oggi ne abbiamo ben 34 in Italia» e c’è anche l’opportunità di andarli a sostenere in altri Paesi della comunità europea, «vedendosi regolarmente riconosciuti gli esiti, nella nostra Penisola», ha raccontato il presidente della Cao (la Commissione nazionale per gli iscritti all’albo degli odontoiatri della Fnomceo, Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) Giuseppe Renzo. Attualmente, ci sono tre fondamentali battaglie che la categoria sta conducendo, la prima delle quali concerne la formazione che, ha proseguito, «deve esser garantita a tutti i livelli, con la stessa uniformità, in tutte le facoltà nazionali», mentre «purtroppo, esistono delle sacche di inefficienza ed inadeguatezza che continuiamo a denunciare al ministero dell’Istruzione»; in questi frangenti, visto che «il raggiungimento dell’obiettivo formativo è quello di conferire professionisti qualificati per garantire la salute e le cure al cittadino», così «viene meno uno dei primi presupposti».
Altra dolente nota è quella concernente «l’esercizio abusivo della professione: l’articolo 348 del Codice penale prevede una sanzione che non è affatto dissuasiva», pari a «516 euro, in caso la persona operi, in massima parte, nell’attività artigianale odontotecnica. Quindi, dal punto di vista pecuniario è una cifra ridicola» secondo Renzo, che chiede alle Istituzioni la riforma di tale articolo «non per blindare la nostra professione», bensì per «salvaguardare la salute del cittadino»; terzo tassello delle sfide portate avanti è relativo alla «pubblicità sanitaria» che «ha sovvertito quanto disposto dalla Carta costituzionale: le due professioni di legale e di medico sono in essa ritenute «protette», perché garantiscono la tutela della salute e dei diritti dei cittadini. Con la legge Bersani sulle liberalizzazioni (248 del 2006) sono stati annullati gli obblighi di verifica dei professionisti anche dal punto di vista della pubblicità», ha concluso, ma ne occorre la revisione perché «la salute non è una merce. E non può sottostare alle stesse regole del commercio e della concorrenza».
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Autore: Redazione FNOMCeO