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In pensione Marco Poladas, dirigente degli Uffici Legale e Odontoiatri. Da quasi 38 anni in FNOMCeO, era una delle colonne portanti della Federazione

Ultimo giorno di lavoro, dopo quasi 38 anni in FNOMCeO, per Marco Poladas, dirigente degli Uffici Legale e Odontoiatri, che dal primo dicembre prossimo si godrà la meritata pensione.

“Una colonna portante della Federazione” lo ha definito, senza retorica, il Presidente Filippo Anelli, “un punto di riferimento per tutti, per via del suo ruolo delicato e cruciale per il funzionamento della FNOMCeO”.

“Oggi quantomeno gli dobbiamo dire grazie – ha continuato – e abbiamo pensato di farlo con una piccola medaglia d’oro, che rimarrà come memoria del suo impegno”.

“So che in ogni caso rimarrà disponibile e presente per tutti noi – ha concluso -. Credo che questa famiglia continui ad essere tale sia nel lavoro sia dopo: questo rimarrà sempre un pezzo di casa sua, di casa nostra”.

“Marco rappresenta un pezzo importante della storia della Federazione – ha affermato il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Raffaele Iandolo -. Un abbraccio e un grande ringraziamento per quanto ha fatto per tutti noi”.

“Grazie per quello che hai fatto e soprattutto per come lo hai fatto – ha soggiunto il Segretario, Roberto Monaco, rivolgendosi direttamente a lui -. Al di là dell’abnegazione, del senso del dovere, dello spirito di servizio, lo hai sempre fatto con garbo, senza mai una parola fuori posto o un gesto sopra le righe. Grazie anche per questo”.

“La festa vera è solo rimandata a fine pandemia – ha promesso Marco Poladas, ammettendo di essere emozionato per la piccola riunione ‘a norma anti-Covid’ organizzata a sorpresa dai colleghi -. Sono emozionato: sono 38 anni di vita che sono passati, sono stati decisamente belli e lo sono ancora di più perché ho la fortuna di andare in pensione in un momento, pur nel faticoso e terribile contesto generale, particolarmente felice per la Federazione, con un Comitato Centrale e un Esecutivo vicini al personale. Vi ringrazio quindi di questo clima familiare, di affetto, che ho sentito in questi ultimi anni e che tutti meritiamo. Sono fiducioso per il futuro, perché vedo tante giovani promesse e tanti colleghi ormai con esperienza che, ne sono certo, faranno benissimo. La FNOMCeO è una grande finestra sul mondo: lo è stata per me e lo sarà anche per voi. Adesso che un pochino si chiude – o meglio, si socchiude – mi fa un certo effetto. Ricordatevi che per voi ci sarò sempre, e sarà per me un piacere dare ancora il mio contributo, se non altro come ‘memoria storica’”.

E allora, nel giorno del suo pensionamento, l’ufficio stampa ha colto l’occasione per farsi raccontare un po’ della storia personale di Marco Poladas, che è anche testimonianza della storia della FNOMCeO degli ultimi 40 anni.

“Sono entrato in quella che allora si chiamava “FNOM”, perché la legge che istituisce l’Albo degli odontoiatri è del 1985, il 1° marzo del 1983, in un giorno di quasi primavera – spiega -. Mi assegnarono agli Organi collegiali. Passai poi all’Ufficio Legale, dove sono rimasto per 25 anni, prima come funzionario, poi come coordinatore e dirigente, sia dell’Ufficio Legale sia dell’Ufficio Odontoiatri”.

Qual è l’episodio più buffo accaduto in questi 38 anni? “Eravamo a Matera, alcuni anni fa, dove si svolgevano, in contemporanea, il Consiglio nazionale della FNOMCeO e l’Assemblea dei Presidenti CAO, le Commissioni Albo Odontoiatri. Gli accessi erano ovviamente limitati, e tutto il materiale non entrava nell’unica auto autorizzata. La necessità, però, aguzza l’ingegno: così, insieme alla giovanissima collega Virna Lisai, dell’Ufficio Odontoiatri, caricammo gli incartamenti della CAO su una carriola. La corsa con quella carriola piena di carte in bilico (allora non si parlava di dematerializzazione digitalizzazione dei documenti) su e giù per i Sassi di Matera è uno dei ricordi più teneri che conservo nella mia memoria”.

E un ricordo triste, invece? “Penso alla scomparsa prematura di tanti colleghi, che ci hanno lasciato troppo presto. E a quella di alcuni Presidenti CAO, del passato e anche del presente: ultimi, quest’anno, Claudio Cortesini e il Presidente CAO di Asti, Marco Austa, stroncato, lo scorso marzo, a 55 anni da un infarto”.

Quale insegnamento resta da questi quasi 40 anni in FNOMCeO? “L’esperienza mi ha insegnato che, il più delle volte, quando i Presidenti mi chiamavano con dubbi e interrogativi, la risposta era già dentro la domanda stessa. Il mio compito, secondo l’ars maieutica socratica, era solo quella di farla emergere, di rivelarla al mio interlocutore. Per questo ringrazio tutti i Presidenti, degli Ordini e delle CAO, per le tante cose nuove che, con le loro domande, mi hanno insegnato”.

“Ringrazio infine tutti i colleghi, che, nel corso degli anni e delle generazioni, hanno sopportato la mia passione per la letteratura e la mia perversione quasi feticistica per “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Passioni che si traducevano in quesiti complicatissimi che allietavano – o tormentavano? – le giornate in ufficio e i lunghi viaggi in trasferta. A mia discolpa, devo dire che, alcuni giorni prima delle partenze, indicavo sempre ai compagni di missione i temi sui quali li avrei ‘interrogati’, in genere legati alle nostre mete e agli scrittori e poeti di quelle terre”.

E anche i colleghi ricordano con piacere le ‘interrogazioni itineranti’ di Poladas: tanto che, nel salutarlo, hanno voluto omaggiarlo con oggetti legati ad altre sue passioni: un orologio specialistico per il trekking – qualche anno fa percorse il Cammino di Santiago di Compostela -, un biglietto di auguri con giocatori di tennis in rilievo e, dulcis in fundo, un libro sull’AS Roma, da sempre la squadra del cuore. Tanto da portare a tutto il personale, il giorno dopo una vittoria importante, cioccolatini gialli e rossi, per festeggiare insieme. Cioccolatini graditi, sportivamente, anche dai colleghi di opposto schieramento calcistico.

 

Ufficio Stampa e Informazione FNOMCeO
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26/11/2020

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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