Inail: nel 2009 in calo gli incidenti mortali e gli infortuni sul lavoro

Report n. 92/2010    

IN CALO GLI INCIDENTI MORTALI E INFORTUNI SUL LAVORO
RILEVAZIONE INAIL ANNO 2009

Continua a calare il numero degli incidenti mortali sul lavoro, che tocca il minimo storico. Nel 2009 sono stati 1.050 i decessi, in flessione del 6,3% sul 2008 (quando erano stati 1.120), il numero più basso mai registrato dall’inizio delle rilevazioni statistiche nel 1951. Nel complesso diminuiscono gli infortuni in generale, scesi a 790.000 (oltre 85 mila in meno dagli 875.144 del 2008) con un calo annuo del 9,7%, che segna la flessione più alta dal 1993.

Sono i dati del bilancio annuale presentato dall’Inail. Sulla riduzione dei casi registrati e denunciati all’Istituto incide, in parte, anche la crisi del 2009, con il calo degli occupati (-1,6% per l’Istat) e delle ore effettivamente lavorate, dai tagli di straordinario al ricorso alla cassa integrazione.

L’Europa a 15, nel periodo 2003-2007, sulla base degli ultimi dati Eurostat, per ogni 100 mila occupati stima un numero di infortuni pari a 2.859: ebbene, rispetto a tale indice il nostro Paese si attesta ben al di sotto con 2.674. Rispetto a Spagna (4.691), Francia (3.975) ma anche alla Germania (3.125), registriamo, dunque, un livello di infortuni più basso.

In calo gli infortuni tra stranieri in flessione per la prima volta nel 2009: dai 143.641 casi del 2008 si è passati ai 119.193 dello scorso anno, con un calo del 17%. Diminuiscono anche i casi mortali, scesi a 150 dai 189 dell’anno precedente (-20,6%).

La flessione degli incidenti ha riguardato prevalentemente la componente maschile (-20,3%) rispetto a quella femminile (-4,9%) e si è verificato maggiormente nell’industria ed in particolare nel settore manifatturiero – notoriamente ad alta presenza di lavoratori stranieri nei quali la crisi produttiva e occupazionale è stata più acuta – , sottolinea l’Inail, attribuendo la flessione, come nell’andamento generale, alla crisi dello scorso anno, ma anche alle migliori condizioni di lavoro. Il calo è da attribuire, in parte, alla riduzione complessiva delle opportunità di lavoro che ha interessato tutta la popolazione del Paese e, dunque, anche gli stranieri, colpiti, peraltro, da livelli di precarietà superiori agli italiani ma, in parte anche consistente, al miglioramento delle loro condizioni per quanto riguarda prevenzione e sicurezza.

Rumeni, marocchini e albanesi sono, nell’ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di incidenti, totalizzandone il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali la percentuale supera il 50%: in altri termini un deceduto di origine straniera su due, in Italia, proviene da una delle tre comunità.

Roma 24/09/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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