Cassazione Penale – Infermiera condannata per peculato – Farmaci sottratti dall’armadietto dell’ASL per cederli al collega. Sentenza n. 35801/15
FATTO E DIRITTO: La Corte d’Appello di Sassari ha confermato la decisione di primo grado con la quale, all’esito del giudizio abbreviato, M.M.A. fu dichiarata responsabile di peculato perché, quale infermiera in servizio presso il distretto ASL n. 1 di Sassari, in possesso di specialità medicinali (Nicetil fiale e compresse che, ancorché campioni gratuiti, avrebbero potuto essere consegnate solo a medici), se ne appropriava per cederle al collega M.N. La Corte d’Appello ha ritenuto infondate le censure proposte dall’appellante. In particolare sono stati acquisiti elementi dai quali è emerso che tali farmaci erano campioncini di Nicetil, contenenti quale principio attivo l’acetil-carnetina, utilizzata quale sostanza anabolizzante e, pertanto, si è accertato che tale sostanza era utilizzata da M.N. nella sua attività di bodybuilding. Tali farmaci non avrebbero potuto essere ceduti a pazienti, salvo che il medico avesse ritenuto di darli a persone bisognose, cosa che non avrebbero potuto fare l’infermiere e altro personale ASL. La Corte di Cassazione ha affermato che i fatti, come accertati dimostrano, nella logica e corretta ricostruzione di entrambi i giudici di merito,che M.M.A. ha sottratto i farmaci per cederli al collega N. che svolgeva attività di istruttore di bodybuilding, il quale tra l’altro traeva un vantaggio del mancato pagamento del ticket. Le censure, pertanto, non sono altro che dirette a contestare valutazioni di merito correttamente espresse dal giudice d’appello e coerenti con le risultanze processuali esposte nella sentenza).
