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INFEZIONE DA PAPILLOMAVIRUS: QUALCHE LUCE E ANCORA MOLTE OMBRE SULLA PREVENZIONE

A distanza di sei anni, il Censis ha realizzato un nuovosondaggio per individuare gli orientamenti dei genitori italiani rispetto alla vaccinazione contro il Papillomavirus e, più in generale, nei confronti delle vaccinazioni. Una “prova del nove”, quindi, per testare quanto “arriva alla gente” dalle fonti di informazione sulla conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili attraverso il contagio col virus HPV: conoscenza che dovrebbe indurre un cambiamento positivo dei comportamenti individuali. In altre parole,cosa orienta di più oggi le scelte di prevenzione a distanza di sei anni dalla precedente indagine e com’è cambiata la consapevolezza degli italiani sulla vaccinazione contro l’Hpv?

Molto chiaro il titolo del rapporto presentatodal Censis in Piazza di Novella 2 a Roma: “Chi ha paura del Papillomavirus? Com’è cambiato l’atteggiamento dei genitori italiani verso la vaccinazione anti-HPV”. Nel link allegato la videoregistrazione completa della presentazione: http://www.censis.it/5?shadow_evento=121152

Lapidario il titolo scelto dal Censis per il comunicato stampa di presentazione dei risultati: “Qualche luce e molte ombre” (http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=121110).

Molto interessante l’esame anche sommario di alcuni dati significativi della ricerca, di cui è possibile scaricare una sintesi molto articolata a questo link messo in Rete da Panorama della Sanità

Il livello diconoscenza del problema
L’85,1% dei genitori afferma di sapere cosa sia il Papillomavirus, ma tra i papà la quota si abbassa al 75,9%. L’87,4% dei genitori (e quasi la totalità delle donne: il 91,6%) associa correttamente l’HPV al tumore al collo dell’utero, ma è molto inferiore la percentuale di chi sa che può essere responsabile di altri tumori che riguardano anche l’uomo (47,2%), mentre il 36,6% dei genitori è convinto che si tratti di un virus che colpisce esclusivamente le donne.

Il ruolo dell’informazione
A livello d’informazione è sempre più rilevante è il ruolo svolto dai media, ma i professionisti della sanità continuano a mantenere unruolo strategico nell’informazione. Il 44,2% dei genitori si è informato sull’HPV attraverso i media tradizionali, il 39,1% ha ricevuto informazioni dal medico, il 30,7% le ha trovate sul Web, il 26,2% per mezzo della rete familiare e degli amici, il 21,8% attraverso il servizio vaccinale delle Asl.

Il 73,8% sa che è disponibile il vaccino contro l’HPV e, tra questi, il 40% sa che si tratta di una vaccinazione indicata sia per le figlie femmine che per i figli maschi di dodici anni. Le figlie femmine vaccinate risultano essere il 56,6%, i figli maschi appena il 7,3% (un dato coerente con l’offerta vaccinale disponibile al tempo dell’indagine in sole nove regioni,ora estesa anche ai maschi in tutte le regioni italiane con il nuovo Piano vaccini).

Le reazioniall’offerta di vaccinazione anti-HPV
L’atteggiamento nei confronti della vaccinazione contro l’HPV risente del clima culturale oggi meno favorevole ai vaccini. Al 34,4% delle mamme di femmine la vaccinazione è stata espressamente sconsigliata (anche dagli stessi professionisti della sanità): la quota è aumentata rispetto al 2011, quando era il 25,6%. Inoltre, tra i genitori che hanno un’elevata fiducia nelle vaccinazioni in generale, il 70,9%, pur non avendo vaccinato i figli, è interessato a farlo contro l’HPV, mentre tra chi si fida poco o per nulla dei vaccini, gli interessati scendono al 20,4%. Tuttavia, anche tra coloro che sifidano abbastanza delle vaccinazioni in generale, la quota di chi è interessato alla vaccinazione anti-HPV sale al 49,1%, segno che i miglioramenti dei livelli di informazione potrebbero fare la differenza.

Autore: Redazione FNOMCeO

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