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Ingegneria clinica, tecnologie salvavita, alta professionalità: un convegno a Bari

Oltre un migliaio gli esperti di tecnologie biomediche presenti al XVI Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC), che si è svolto a Bari, presso l’auditorium della Fiera del Levante, venerdì 8 aprile. Che l’evento fosse in concomitanza con la Giornata mondiale della Sanità non è un caso ma "una coincidenza voluta – ha spiegato il Presidente dell’AIIC Lorenzo Leogrande – perché siamo sempre più convinti che un governo preciso, coerente e affidabile delle tecnologie della salute possa contribuire in modo essenziale al miglioramento complessivo della qualità delle cure”. 
Ma quale spazio ha l’ingegneria clinica nel sistema sanitario italiano? Come e quanto è integrata la figura che ne garantisce la gestione e il funzionamento?
Secondo i dati di un’analisi condotta da AIIC, nella diffusione dei servizi di ingegneria clinica si registra un forte divario tra Nord e Sud – divario che vede nelle regioni meridionali le più gravi carenze. Per quanto riguarda le professionalità di competenza, la figura dell’ingegnere clinico non è ancora chiaramente normata in Italia. Nonostante l’ampiezza di responsabilità in capo all’"health technology assessment" che gli compete: dall’integrazione tra protocolli e strumenti alla corretta valutazione di equilibrio tra costi e prestazioni, dalla messa in sicurezza delle singole macchine a quella integrata, di sistema. L’appello, nelle parole di Leogrande, è che "la figura dell’ingegnere clinico trovi una sua precisa strutturazione in tutti i sistemi regionali. A garanzia della salute dei cittadini e della qualità del nostro SSN”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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