Interrogazione e risposta del Governo –Iniziative in ordine alle modifiche da apportare all’attuale sistema di accesso alle Facoltà di medicina – Nell’interrogazione si rileva che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, relativamente ai test di accesso alle Facoltà di medicina, aveva annunciato l’intendimento di adottare il modello francese, che prevede un’ammissione generalizzata al primo anno e sbarramento al secondo. L’adozione di siffatto sistema comporterebbe una situazione di caos per gli atenei italiani di gran lunga peggiore di quella che stanno vivendo attualmente per l’immatricolazione di circa 5 mila studenti subentrati in seguito al ricorso al tribunale amministrativo regionale, che ha rilevato le difficoltà degli atenei di trovare spazi accessibili a tutti e di soddisfare in maniera ottimale il rapporto docente/studenti, previsto dagli standard europei; il modello francese sta già mostrando nel suo Paese di adozione tutte le sue criticità. Pertanto l’attuale sistema di accesso va senz’altro modificato, ma preservando il numero programmato per garantire la qualità della formazione e tenendo in debita considerazione il gap esistente tra il numero di borse di studio in medicina generale e dei contratti di scuola di specializzazione rispetto al numero dei laureati ogni anno. Si chiede quali iniziative intenda assumere in ordine alle modifiche da apportare all’attuale sistema di accesso alle facoltà di medicina per evitare che si creino anche nel futuro situazioni di disagio che penalizzano la qualità della formazione universitaria. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, STEFANIA GIANNINI, nella seduta dell’Assemblea della Camera dei Deputati del 25 marzo 2015, afferma che ritiene di condividere quanto affermato dall’interrogante, On. CALABRO’, circa l’esistenza, per così dire, di un gap che comunque esiste anche nel nostro sistema tra i numeri d’ingresso e i numeri d’uscita dal percorso formativo in medicina, sia per quanto riguarda gli accessi, il numero dei laureati e gli aspiranti sia per quanto riguarda il numero degli specializzandi possibili. Proprio per ovviare a quest’anomalia del sistema, non avendo mai messo in nessun dubbio la necessità di un accesso programmato riteniamo all’interno del Governo che già da quest’anno si debba potere provvedere a migliorare i due step, quello dell’accesso alla facoltà e quello delle scuole di specializzazione. In materia di orientamento, si valorizzerà immediatamente, nell’ultimo biennio della scuola secondaria, l’attività di autovalutazione degli studenti, che possa così consentire agli studenti stessi di misurarsi, in vista del percorso universitario, con scelte motivate e consapevoli e, quindi, diminuire il fenomeno di una massa critica di aspiranti medici, che è anch’essa numero anomalo nella comparazione internazionale. Si interverrà anche sui contenuti dei test, come già annunciato nella sede che citavo prima, privilegiando gli aspetti che devono indirizzare il candidato al curriculum medico e diminuendo sensibilmente la quota di domande destinate alle cosiddette prove di carattere generale. Per quanto attiene alle scuole di specializzazione, rileva che per quest’anno è stata introdotta una novità molto importante, cioè, con decreto interministeriale in data 4 febbraio 2015, è stato approvato il riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria, che consentirà ai nostri giovani medici di specializzarsi con un percorso più breve, quindi comparabile agli standard internazionali. “Stiamo lavorando alla stesura del secondo bando, che sarà emanato entro il 30 aprile, con prove che saranno realizzate entro il 31 luglio. Rimane aperta la questione molto delicata, forse la madre di tutti i problemi di medicina, cioè la discrepanza quantitativa tra il numero delle borse di specializzazione e il numero dei laureati in medicina. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha potuto, grazie ai risparmi effettuati sul bilancio 2014, mettere sul piatto 700 nuove borse sul plafond del prossimo anno”. Interviene in replica l’ON. CALABRO’ che si dichiara molto soddisfatto dell’idea che si possa arrivare a un numero maggiore di borse di studio per quanto riguarda la specializzazione. Quello che preoccupa molto invece è che si possa continuare un percorso, adombrato in qualche momento, di un doppio canale di formazione post laurea: da una parte, le scuole di specializzazione con la rete tra ospedali e università e, dall’altra, qualche cosa che non si capisce bene che va direttamente negli ospedali per formare dei neo laureati senza fare un percorso così come deve essere fatto per chi si deve specializzare
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