Interpellanza – Aggressione alle guardie mediche – La notte del 19 settembre 2017 è avvenuto un episodio di violenza sessuale ai danni di una guardia medica in servizio nella postazione di continuità assistenziale di Trecastagni, in provincia di Catania; sull’onda della preoccupazione e dell’indignazione per la drammatica aggressione, solo l’ultima in ordine di tempo, è sorto un Coordinamento di donne medico contro la violenza e per la difesa della sanità pubblica, una realtà trasversale che accomuna professioniste impegnate nelle istituzioni ordinistiche, nei sindacati e nelle associazioni scientifiche; il Coordinamento il 20 settembre 2017 ha inviato una lettera al Ministro dell’Interno, Marco Minniti, e alla Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, per chiedere la convocazione urgente di una vertenza per la messa in sicurezza del Ssn; l’appello, che ha raccolto circa 27 mila firme a sostegno, contiene la citata richiesta per definire con urgenza e avviare politiche di contrasto alla violenza. Nello specifico, si chiede di modernizzare le strutture, spesso fatiscenti e inadeguate, di assicurare un maggior controllo del territorio, con le forze dell’ordine integrate con guardie private e con la video sorveglianza, di definire una legge che determini lo status di pubblico ufficiale anche per i medici. Si tratta di misure deterrenti che, unite a una campagna di educazione e rispetto per la sanità pubblica, possono concorrere a interrompere questa spirale drammatica. Nella lettera, inoltre, si evidenzia che “la raccomandazione n. 8 del novembre 2007 emanata dal Ministero della Salute ben individua le aree a maggior rischio del SSN: servizi di emergenza-urgenza, strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali, luoghi di attesa, servizi di geriatria, servizi di continuità assistenziale, e invita ciascuna struttura sanitaria ad elaborare un piano di prevenzione per una tolleranza zero verso gli episodi di violenza, ma anche per formare il personale e coinvolgere la Direzione Aziendale nella gestione degli episodi di violenza”. Si chiede se i Ministri interrogati intendano dare riscontro alla lettera del Coordinamento delle donne medico e rispondere alle preoccupazioni sollevate dai medici, convocando un tavolo di confronto nazionale per la sicurezza del Servizio sanitario nazionale.
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