Interrogazione a risposta in Commissione – Sul servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) – Nella interrogazione si rileva che il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) è rivolto a tutti i cittadini residenti nell’ambito territoriale di appartenenza di un presidio sanitario e ha la funzione di garantire la continuità assistenziale del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta nelle ore in cui questo servizio non è garantito, quindi in orari considerati d’urgenza, ovvero dalle ore 20,00 alle ore 8,00 di tutti i giorni e dalle ore 10,00 del giorno prefestivo alle 8,00 del giorno successivo a quello festivo; il rapporto di lavoro tra i medici di continuità assistenziale (guardia medica) e le aziende sanitarie locali è normato dall’Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni e integrazioni; le regioni Abruzzo, Basilicata, Campania e Molise hanno previsto per i medici di continuità assistenziale un compenso aggiuntivo legato ai rischi e alla tipologia dell’incarico all’interno dell’accordo integrativo regionale; secondo la procura della Corte dei conti, questi accordi sarebbero in contrasto con l’accordo collettivo nazionale nel quale si parla di «onorario omnicomprensivo orario». Dopo tali rilievi, le singole regioni coinvolte non solo hanno deliberato la sospensione degli accordi integrativi regionali relativi ai medici di continuità assistenziale, ma hanno prospettato anche la necessità della restituzione delle somme fino ad ora percepite; a seguito dell’interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-12315 dell’onorevole Amato, avente ad oggetto tale problematica, il Governo ha risposto “Per quanto concerne il profilo economico, faccio presente che è in fase di valutazione la possibilità di avviare un approfondimento con le regioni al fine di individuare, anche alla luce dei rilievi mossi dalla Corte dei conti, le soluzioni più idonee compatibili con l’ordinamento vigente” . Si chiede se sia stato avviato l’approfondimento con le regioni, alla luce dei rilievi mossi dalla Corte dei conti descritti in premessa, e quali soluzioni siano state individuate; se alla luce di quanto descritto in premessa, quali iniziative intenda adottare, nell’ambito delle sue competenze e in sinergia con le regioni, per evitare azioni di rivalsa nei confronti dei singoli medici)
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