Interrogazione a risposta scritta – Mancanza medici – Nella interrogazione si rileva che da notizie di stampa si apprende che, nei prossimi cinque anni, in Italia mancheranno 11.800 camici bianchi, per effetto dei pensionamenti o di passaggi al privato: i primi a rischio di estinzione, a breve, sono gli anestesisti, seguiti dai chirurghi, igienisti, ginecologi e psichiatri; a lanciare l’allerta è la Federazione delle aziende sanitarie pubbliche (Fiaso), che descrive un quadro allarmante arricchito però, come denunciano gli Ordini dei medici, anche da un paradosso: se da un lato mancano i medici, dall’altro sono oltre 15 mila i laureati in medicina ad oggi inoccupati; le carenze sono allarmanti: nei prossimi 8 anni, i medici dei servizi sanitari di base «scompariranno», mentre gli igienisti si ridurranno del 93 per cento e i patologi clinici dell’81 per cento. Internisti, chirurghi, psichiatri, nefrologi e riabilitatori si ridurranno a loro volta di oltre la metà, anche se il maggior numero di cessazioni dal lavoro si avrà tra gli anestesisti, che lasceranno in 4.715 da qui al 2025. Altro dato a saltare all’occhio, sottolinea la Fiaso, è poi il primato italiano di anzianità dei medici, che nel 51,5 per cento dei casi hanno superato i 55 anni di età, contro il 10 per cento del Regno Unito e il 20 per cento di Olanda e Spagna. Da qui al 2025, complessivamente 40.253 medici compiranno i 65 anni, mediamente buoni per il pensionamento, ma le cessazioni saranno molte di più: 54.380; eppure, secondo la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) al 2017, si contano oltre 15 mila laureati in medicina che, a seguito del numero chiuso, non sono riusciti ad ottenere né l’accesso ad una borsa per la specializzazione, né al corso di medicina di famiglia. Non possono dunque entrare a pieno titolo nel Servizio sanitario nazionale e lavorare, ma solo attendere. Vanno poi considerate le migliaia di laureati che hanno fatto ricorso al Tar per il mancato accesso alle borse: a seguito di ciò è del tutto verosimile che un gran numero di laureati chiederà di accedere alle specializzazioni. Si chiede se il Governo intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per trovare la soluzione più idonea al problema esposto in premessa.
Questo sito Web utilizza i cookie in modo da poterti offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando torni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili.
Leggi la privacy policy completa.