Sindrome da talidomide – Nella interrogazione si rileva che il "Talidomide" è un farmaco, i cui nefasti effetti costituiscono ancora un aspetto molto doloroso della vita di numerosi cittadini italiani, affetti dalla sindrome che colpì, tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta del 1900, un elevato numero di nati dei quali, secondo le stime dell’Associazione thalidomidici italiani, almeno 300 sono ancora in vita. Il Talidomide, dunque, fu ritirato dal commercio alla fine del 1961, in seguito alla scoperta della teratogenicità di uno dei suoi elementi: le donne trattate con talidomide davano alla luce neonati con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti, amelia (assenza degli arti) o vari gradi di focomelia (riduzione delle ossa lunghe degli arti), generalmente più a carico degli arti superiori che quelli inferiori, e quasi sempre bilateralmente, pur con gradi differenti. Il Senato sta esaminando alcuni disegni di legge in materia di indennizzi a favore delle persone affette da sindrome da talidomide (A.S. n. 2016, trasmesso dalla Camera, A.S. n. 647 ed A.S. n. 671) che intendono estendere il novero dei soggetti beneficiari dell’indennizzo. In particolare il disegno di legge A.S. n. 2016, approvato, in sede legislativa, dalla XII Commissione permanente (Affari sociali) della Camera il 15 luglio 2015, dispone l’ampliamento alle persone affette, nate nell’anno 1958 e nell’anno 1966, con decorrenza dell’assegno mensile (con riferimento ai nuovi soggetti beneficiari) dal 1° gennaio 2016. Si chiede di sapere se il Ministro della Salute sia a conoscenza di altri fattori ezio-patogenetici che diano luogo a malformazioni identiche a quelle riscontrabili nei nati colpiti da sindrome da talidomide e quali siano gli impedimenti, in caso di assenza di tali fattori, che non consentono l’estensione dell’indennizzo di cui in premessa a tutti i cittadini colpiti da tale sindrome, senza limiti temporali e se sia a conoscenza dei motivi per cui il nostro Paese non ha provveduto nei termini di legittimità, all’azione di risarcimento verso la ditta produttrice del Talidomide e quali siano oggi gli spazi per intraprendere tale azione
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