Dove sta andando la medicina? Dove sta arrivando la riflessione epistemologica e professionale sui termini e sui valori di “cura”, “paziente”, “salute”? Anche su queste tematiche di filosofia della medicina la Federazione ha svolto un lungo cammini quest’anno. Ecco un contributo del vicepresidente nazionale, Maurizio Benato, volto a comprendere lo stato della riflessione, le tappe raggiunte e i prossimi snodi culturali.
La medicina sta incontrando oggi serie difficoltà epistemologiche nei suoi modi conoscitivi perché deve muoversi tra singolarità contingenza e con la costante necessità di verificare le certezze cliniche e le modificazioni profonde dello stato ontologico di malato. Il medico prende atto che il concetto di malattia e di salute non appaiono così ovvi e, soprattutto non dipendono esclusivamente dal progresso delle scienze mediche. Se vogliamo, in buona sostanza, capisce che non c’è più una concezione univoca di quali siano gli scopi della medicina e ,comunque, ormai non e’ in grado piu’ di sostenere che la salute sia un problema esclusivamente medico.
E’ questo un concetto portante che vale sia per il singolo individuo in cui la salute è parte integrante del benessere personale, sia per la collettività dove la salute dei singoli cittadini è anche questione di interesse dello Stato. Un concetto su cui la FNOMCeO ha iniziato da tempo a dare il proprio contributo in termini di riflessione e di creazione di ambiti di discussione. Dico questo per consigliare , a quanti mi leggono ,di non arroccarci su posizioni arbitrarie quando si adotta un concetto di salute univoca e stabile. Ritengo che questo concetto deve farsi carico di tre istanze:quella medica, storicamente preponderante,di oggettività scientifica, quella pubblica, di salvaguardia e promozione del benessere dei cittadini ma anche quella privata, più moderna, che viene sollevata nelle società liberali dalle singole persone in base al diritto di autonomia sulle scelte che riguardano il proprio corpo.
Questo se vale per le scelte di fine vita, problema che piu’ volte e’ stato affrontato dalla FNOMCeO, vale anche per l’uso della scienza volta a garantire a tutti la possibilità di vivere un’esistenza più libera e penso alle istanze di biopotenziamento medico . Il quadro e’ sostenuto dal concetto di “complessita’ termine che in medicina ,cosi’ come in altre scienze della natura e umane, non fa riferimento all’antiteticita’ rispetto alla semplicita’ ma a quell’ insieme di concetti che stanno acquisendo una significativa influenza sullo statuto di diversi ambiti disciplinari scientifici e umanistici; il concetto chiave e’ la scienza della complessita’ .
Per essere pratico, parlando di medicina, elenco alcune indicazioni in chiave di complessità: – La società che declina i contenuti della medicina è un sistema ipercomplesso, la realtà è multidimensionale (sociale, psicologica, scientifica, economica, ecc.) un sistema di sistemi aperti, che si auto organizza continuamente. – Non esiste un centro, un punto di vista privilegiato, una chiave di lettura primaria, intorno alla quale organizzare la descrizione. – Ogni avvenimento è il risultato singolare e irripetibile di una cascata di eventi. – Ogni descrizione non può che essere incompleta ed incerta.
Sicuramente non si può concepire il tutto senza concepire le parti e non si possono concepire le parti senza concepire il tutto. Sono tutti piani di ragionamento che orientano il nuovo pensiero medico da quando la scienza moderna ha superato il meccanicismo, il determinismo e il riduzionismo per vari motivi e con riflessi rivoluzionari e, in accordo con il matematico Edward Norton Lorenz, ha scoperto che sistemi deterministici anche molto semplici possono avere un comportamento "caotico". Ne consegue che quando si parla di medicina , ogni previsione sulla sua evoluzione i termini di canone e statuto è praticamente impossibile.
D’altro canto, affrontando la salute noi medici – e la Federazione lo sta già facendo con specifici approfondimenti ch si sono svolti anche durante questo 2012 – dobbiamo confrontarci con un arcipelago fatto di idee, di significati, metafore e atteggiamenti culturali che divaricano quasi sempre dalla dimensione empirica dei fatti biologici e dalle prove di efficacia, cui tanto ci affidiamo nella pratica della medicina moderna. Viviamo, dobbiamo ammetterlo, in un campo minato tra nuovi paradigmi sociologici che orientano giudizi di valore e comportamenti tra i piu’ diversi nei riguardi della salute-malattia che comportano le note incrinature col paziente.
La complessita’ richiede pertanto a tutta la nostra professione adattamenti costanti per mantenere efficiente il sistema complessivo della sanita’ dove il pensiero clinico si trova suo malgrado posto tra i limiti imposti dai contenuti e dagli stili operativi e i nuovi bisogni espressi dalla societa’ e dove emerge la necessita di ricomporre la diversa antropologia in cui si radica la condizione umana quella biologica e e quella storico sociale per cui la medicina va ripensata e ricontestualizzata. Siamo aiutati in questo dalla filosofia che sostiene il postmoderno che è sempre più pragmatica e sembra accettare la sfida di scendere a valle tra le nebbie dopo aver percorso nel passato la lunga salita sul sentiero della certezza logica e della rationalità alla ricerca della verità assoluta.
Maurizio Benato
Autore: Redazione FNOMCeO