Intervista a Tommaso Strudel

Far viaggiare le informazioni e non il paziente: intervista a Tommaso Strudel, responsabile ANSPI Regione Campania

Quali progetti di telemedicina sono stati sinora attuati nelle piccole isole?

Per quanto riguarda le iniziative che hanno visto coinvolta l’ANSPI, abbiamo partecipato al progetto EOLIEnet nelle isole Eolie, insieme alla AUSL 5 di Messina e alla Direzione Sanitaria del Sistema Informativo Sanitario (S.I.S.) del Ministero della Salute, e al progetto Igea-Sat  che è stato attuato all’isola d’Elba.

Può spiegarci meglio di che cosa si tratta?

EOLIEnet è un progetto che contribuisce a mantenere i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) nell’arcipelago eoliano grazie a sistemi di telemedicina che collegano le isole a centri specializzati sulla terraferma.
La medicina esercitata sulle isole è una medicina, ancor più delle altre, “in prima linea”: deve affrontare problematiche che, per complessità e criticità, richiederebbero l’intervento di team e di strumentazioni all’avanguardia. La presenza sul territorio di tali strumentazioni, per difficoltà legate all’insularità, era spesso insufficiente, soprattutto in condizioni di emergenza e urgenza.
Per ottimizzare i livelli di efficienza e appropriatezza, anche in tali condizioni, si è messo a punto il progetto EOLIEnet: è così ora possibile effettuare diagnosi cardiologiche a distanza e disporre di diagnostica per immagini attraverso apparecchiature digitalizzate.

Con quali risultati?

Il progetto EOLIEnet è un esempio riuscito di medicina d’avanguardia, un caso di sperimentazione di successo, da replicare senz’altro in tutte le isole minori.

In cosa consiste, invece, il progetto Igea-Sat?

Tale progetto ha lo stesso obiettivo di assimilare i LEA sulle isole a quelli sulla terraferma. È stato anch’esso, come già detto, portato avanti con l’ANPSI in qualità di partner attiva,  e sviluppa sistemi di assistenza domiciliare per pazienti con patologie croniche – diabete, scompenso cardiaco, broncopatie ostruttive – avvalendosi anche di collegamenti satellitari.

Esistono anche altri progetti sulle isole minori?

Sì: già da tempo, in realtà come le isole di Ischia e Procida sono presenti servizi di teleradiologia e telecardiologia. A Procida  è stato sperimentato anche un servizio di teledermatologia territoriale, in collegamento diretto con il dr Biolcati dell’ l’Istituto S. Gallicano di Roma e con l’Istituto Superiore di Sanità. Occorre certamente estendere tali esperienze alle altre isole, specie a quelle più piccole.

Come può la telemedicina aiutare nelle situazioni di emergenza, in generale, e in particolare in queste realtà?

Le ragioni della Telemedicina stanno tutte nella possibilità di far viaggiare le informazioni e non il paziente.
È evidente come nelle piccole isole, dove spesso non ci sono strutture ospedaliere, e a volte anche i collegamenti con la terraferma sono impediti da avverse condizioni meteomarine, avere la possibilità di inviare un Elettrocardiogramma,una radiografia, una Tac, e avere una refertazione in pochi minuti, sia una condizione decisiva per fare una diagnosi tempestiva, e per evitare incongrui e costosi – in termini di tempo prezioso per la vita del paziente, prima ancora che economici – trasferimenti in terraferma.

Quali altri interventi sarebbero necessari nell’emergenza, anche tenuto conto del turismo sportivo, come le immersioni subacquee: camere iperbariche, elisoccorso?

Sopratutto nelle isole più piccole, dove non è ipotizzabile la presenza di una struttura ospedaliera, è sempre e comunque indispensabile la presenza di una postazione 118,  di un’elisuperfice omologata al volo diurno e notturno.
 Almeno in ogni arcipelago, inoltre, è necessaria una camera iperbarica stagionale per le emergenze durante le immersioni subacquee.

Autore: Redazione FNOMCeO

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