E’ noto che molti processi patologici trovano una loro eziopatogenesi in cause ambientali, quali l’accumulo di inquinanti nell’aria, nell’acqua, nel suolo e quindi nel cibo. Si calcola che l’ambiente degradato e l’esposizione a sostanze nocive, uniti ai modelli di vita scorretti, siano responsabili del 75% delle patologie e delle relative cause di morte.
Per riaffermare il ruolo e la responsabilità della categoria medica nella tutela della salute attraverso il controllo dell’ambiente, la Federazione degli Ordini e l’ISDE-Italia hanno avviato dal marzo 2007 un percorso per coinvolgere i medici in una funzione sociale che, andando oltre il rapporto con il paziente, consenta loro di misurarsi e di intervenire con più ampio mandato nelle strategie decisionali al fine di prevenire o ridurre le ricadute sull’ambiente.
All’interno del progetto FNOMCEO – ISDE-Italia e nell’ambito della settimana dell’ambiente promossa dalla Provincia, l’Ordine dei Medici di Treviso ha realizzato un Corso di Formazione teorico-pratico sul tema “Salute e ambiente: una nuova competenza per il medico” in programma il 25 e 26 settembre 2008 presso l’Aula didattica dell’ULS n° 9 – Treviso.
“Questa iniziativa di formazione integrata di rilievo nazionale, che si avvale del ruolo e delle competenze dei medici e degli enti istituzionali che gestiscono le tematiche ambientali – ha affermato Domenico Stellini presidente OMCEO di Treviso – si pone l’obiettivo di fornire, con livelli successivi di formazione, delle conoscenze nell’ambito della professione per creare in ogni provincia un pool di medici esperti ai quali le istituzioni possono rivolgersi per richiedere la loro collaborazione nei principali atti amministrativi che hanno, o potrebbero avere, ricadute sull’ecosistema”.
La realizzazione dell’evento vede impegnati, oltre all’Ordine di Treviso, la FNOMCeO, l’Isde, l’Omceo di Padova che fornirà supporti sul piano organizzativo, la Provincia di Treviso, l’Università di Padova, la Regione Veneto, l’ULSS n. 9 di Treviso e l’ARPAV.
La manifestazione si concluderà con un Convegno che avrà luogo sabato 27 settembre su “Salute e ambiente, medici e istituzioni a confronto” che avrà luogo presso Ca’ dei Carraresi (inizio dei lavori alle ore 9,00).
Per “rispondere” in qualche modo ai danni prodotti dalla cosiddetta società dei consumi negli ultimi anni è aumentata la presa di coscienza delle problematiche ambientali da parte della professione medica, fatto che ha indotto la Federazione degli Ordini a prevedere, nel nuovo Codice Deontologico aggiornato nel 2006, un apposito articolo, il n° 5, che introduce una responsabilità diretta del medico verso i temi ambientali in relazione alla salute.
E’ proprio la consapevolezza di questa nuova responsabilità che ha dato il via al Corso di formazione promosso dall’Ordine di Treviso? La risposta può sembrare ovvia, tuttavia abbiamo girato la domanda a Daniele Frezza, Segretario dell’Ordine nonché Direttore del Corso, per approfondire le motivazioni alla base dell’iniziativa.
“Il Corso in effetti nasce dalla ricerca di voler attuare veramente l’articolo 5 del nuovo Codice Deontologico che affida al medico questa responsabilità e per fare questo servono, a nostro avviso, delle competenze ed una formazione specifica che il percorso universitario e di specializzazione non sempre prevedono. In particolare ci siamo posti l?obiettivo di confrontarci con gli Enti Istituzionali che si occupano di ambiente, vivendo insieme questo momento di formazione, per auspicare un coinvolgimento diretto del medico nelle fasi di pianificazione e progettazione delle scelte ambientali”
E’ senza dubbio lodevole l’idea di creare in ogni provincia un pool di medici esperti di queste tematiche, tuttavia non crede sia necessario avviare contestualmente dei “presupposti politici” che inducano gli enti locali a non eludere queste professionalità?
“Si in effetti questo è l’aspetto di vera criticità. Oggi la figura del medico non è contemplata nei “tavoli” in cui si decide di ambiente, ma il rapporto con la salute è ormai innegabile e quindi si dovrà giungere ad alcune decisioni che vadano in questa direzione. Noi prevediamo e auspichiamo che gli Enti con i quali avviamo questo percorso, in primis la Provincia di Treviso e l’ARPAV, vogliano contemplare la presenza di un medico, in rappresentanza della professione al loro fianco”
Quali sono a Suo avviso i settori a più alto rischio che richiedono un rapido coinvolgimento dei medici nei processi decisionali avviati dalle istituzioni nazionali e locali?
Innanzi tutto occorre pianificare la gestione del territorio. Alcune scelte ambientali quali la gestione dell’acqua, dei rifiuti, il controllo dell’inquinamento da agenti fisici o dell’aria, inducono delle possibili chiavi di lettura sulla salute dei cittadini che a nostro avviso andrebbero attentamente valutate prima della pianificazione e programmazione degli interventi da parte delle Istituzioni. Il Corso di formazione che abbiamo proposto e il successivo Convegno rappresentano, di fatto, una possibilità di confronto con le Istituzioni per giungere a questi importanti obiettivi, richiesti dalla professione ma anche e soprattutto dai cittadini.
E’ possibile – dottor Frezza – ipotizzare il ricorso a queste professionalità mediche per avviare programmi di sensibilizzazione e di cultura ambientale rivolti ai cittadini, con iniziative in grado di coinvolgere già i ragazzi delle scuole elementari?
“Sicuramente l’obiettivo di fornire delle informazioni ai cittadini è prioritario e i bambini delle elementari rappresentano i cittadini del domani e, allo stesso tempo, un importante veicolo per trasmettere nel loro ambito familiare le informazioni o il materiale a loro consegnato.
Le modalità con cui determinare questo obiettivo andranno studiate ed affidate alle ASL, attraverso i Servizi di promozione della salute o mediante la rete dei Pediatri di famiglia. Noi come Ordine di Treviso stiamo ipotizzando uno strumento divulgativo che tragga spunto dal Corso e dal Convegno per lanciare alcuni semplici messaggi ai cittadini su come vivere l’ambiente migliorando il livello di salute. Una iniziativa che vorremmo poter realizzare anche con il coinvolgimento della Federazione degli Ordini”.
Autore: Redazione FNOMCeO