Intesa Regione Puglia-OMS per valutare il rischio per la salute a Taranto

Un anno di tempo, a partire da oggi, per monitorare i dati ambientali e definire gli scenari futuri a livello di impatto sanitario che riguardano Taranto. È questo l’obiettivo dell’intesa tra la Regione Puglia e l’Organizzazione mondiale della Sanità, presentata oggi a Roma alla Camera dei Deputati. Per la FNOMCeO era presente Cosimo Nume, che è anche il presidente dell’Ordine dei medici di Taranto.

L’area di Taranto è definita ad alto rischio ambientale da ormai trent’anni, essendo quella dove, da mezzo secolo, si inserisce l’operato dell’acciaieria più grande d’Europa, l’Ilva. La collaborazione, presentata oggi a Roma, prevede la valutazione in maniera scientifica di tre scenari: quello attuale, che si basa su quanto previsto dall’AIA, Autorizzazione Integrata Ambientale; quello che utilizza le migliori tecnologie; infine il cosiddetto “scenario zero” in cui con l’impianto spento non vi siano più emissioni. Si stima che i risultati si avranno nel giro di un anno, il costo dell’operazione è di 140mila euro.
“Si deve discutere, se ho capito bene, del futuro di questo sito – ha spiegato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – dico ‘se ho capito bene’ perché il Governo ha deciso di tenere aperta la fabbrica, mentre sulla fabbrica stessa si addensano nuvole derivanti dal ciclo economico ordinario. Abbiamo proposto un’innovazione del ciclo industriale sulla base dei principi della decarbonizzazione, e anche suggerito tecniche che mirino ad abbattere le emissioni di Co2 e a portare a una tendenza allo zero quelle nocive”.

La specifica sinergia – ha aggiunto Emiliano – si colloca nel contesto del protrarsi di una situazione di incertezza per la salute dei tarantini, di complessità dei dati disponibili e non scevra da risvolti giudiziari”.
“Partiremo da una ricognizione di tutto il lavoro fatto – ha specificato Francesca Racioppi, Direttore del Centro Europeo Salute e Ambiente
OMS – perché ci sono molteplici attori e istituzioni che hanno sviluppato conoscenze e competenze. Poi lavoreremo insieme ai colleghi che operano in questo campo in Italia e in ambito internazionale, su scenari che ci aiutano a capire quali effetti si potranno avere se andiamo in una certa direzione”. “Cominciamo oggi – ha aggiunto Marco Martuzzi, dell’Oms – ci siamo dati un anno con la speranza di produrre valutazioni prima”.

Quello che deve accadere nel futuro dell’Ilva deve derivare da scelte che devono avere al primo punto di valutazione la salute delle persone. Se non c’è salute e diritto alla vita non c’è neanche l’economia. Garantisco che noi pugliesi, come tutte le popolazioni del mondo, preferiamo essere un po’ più poveri ma sopravvivere che essere un po’ più ricchi e morire” conclude Emiliano.

Fonte: Ansa

Autore: Redazione

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.