COMUNICATO STAMPA del 20 novembre 2013
L’aggiramento della normativa italiana, che prevede un meccanismo di programmazione tramite test di accesso alle Facoltà di Odontoiatria; il superamento delle Leggi, poste a garanzia della qualità del percorso di formazione seguito dai futuri dentisti, sul riconoscimento delle Lauree ottenute in Paesi comunitari ed extracomunitari; una palese discriminazione tra studenti, visto che i più abbienti hanno, di fatto, la possibilità di “dribblare” i test di ingresso: il tutto con possibili oneri a spese delle casse dello Stato italiano, già provate da tagli e debiti.
Sono accuse pesanti, quelle poste all’attenzione dei ministri dell’Istruzione, Università e Ricerca, della Salute e degli Affari Esteri, in un’interrogazione presentata da alcuni parlamentari relativamente al caso, finito anche sugli Organi di Stampa, della Convenzione stipulata tra l’Università di Roma Tor Vergata e l’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio”, con sede a Tirana, in Albania, per la realizzazione di Corsi di Laurea triennali in Medicina e Odontoiatria e Protesi dentaria e per altre professioni sanitarie.
Corsi di Laurea istituiti, sin dal 2005, con il nobile obiettivo di formare professionisti per l’Albania, al fine di aiutare un paese in gravi difficoltà economiche e sociali e per fornire una formazione adeguata in discipline molto delicate, quali quelle inerenti le formazioni sanitarie. Questo ha incentivato veri e propri “viaggi della speranza” di massa per gli studenti che non hanno superato i test di accesso alle facoltà italiane, tanto da ritrovarsi in code chilometriche per iscriversi all’università albanese.
“Ora cominciano ad arrivare ai nostri Ordini le richieste di iscrizione agli Albi da parte dei neolaureati, sia italiani sia albanesi, provenienti dalla sede di Tirana” esordisce il presidente della CAO nazionale, Giuseppe Renzo.
“Se confermate le notizie appena pervenute, 100 e più nuovi studenti frequenteranno il prossimo anno il corso di laurea in Odontoiatria a Tirana: presso quali strutture e con quali capacità formative?” si domanda sempre il Presidente CAO.
E prosegue: “Gli Ordini sono i certificatori, di fronte ai cittadini, della qualità dei professionisti iscritti ai loro Albi. La situazione che si sta verificando, però, mette gli Ordini stessi nell’assoluta impossibilità di verificare i presupposti formativi dei laureati che richiedono l’iscrizione. Alcuni cominciano a proporre, in primis per tutelare la Salute dei cittadini e, in subordine, per difendersi da eventuali responsabilità civili, penali e amministrative, di rifiutarsi di iscrivere agli Albi quei professionisti per i quali non appare chiaro il percorso di formazione”.
“Ci domandiamo – inoltre – e lo abbiamo chiesto, con una lettera da me personalmente firmata, anche al magnifico Rettore dell’Università di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, se il corpo docente sia veramente nelle condizioni di poter garantire la più completa formazione degli studenti in entrambe le sedi”.
“Dopo anni di solitarie battaglie – è il commento finale – finalmente anche la politica si accorge di un problema che la CAO denuncia da anni alle istituzioni italiane ed europee, e che può mettere seriamente a repentaglio la sicurezza delle cure nel nostro Paese”.
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Autore: Redazione FNOMCeO