Dopo il Convegno che a Udine, il 17 e 18 ottobre prossimi, darà il via al Progetto Pilota “Medici Sentinella per l’Ambiente a tutela della Salute dei Cittadini”, non si fermerà l’attività dell’ISDE, l’Associazione di Medici in prima linea per la difesa della Salute attraverso quella dell’Ambiente.
E sarà, questa volta, Arezzo ad ospitare le “Ottave Giornate Italiane Mediche dell’Ambiente”, che – organizzate appunto dall’ISDE e con il patrocinio della FNOMCeO – si terranno, presso l’Auditorium dell’Ospedale San Donato, il 24 e 25 ottobre.
Al centro del dibattito ci saranno i pesticidi, sempre più “nel mirino” degli scienziati per la loro azione tossica e per la loro tendenza ad accumularsi nell’ambiente, negli organismi viventi, nella catena alimentare: non è un caso che nove su dodici tra i più pericolosi inquinanti organici persistenti elencati nella Convenzione di Stoccolma appartengano a questa categoria.
Patologie neurodegenerative, quali l’Alzheimer, il Parkinson, la SLA; deficit del neurosviluppo, come alcune forme di Autismo o il disturbo da Deficit d’Attenzione/iperattività (ADHD); disfunzioni riproduttive, endocrino-metaboliche (obesità, diabete di tipo II); tumori: sono alcune delle principali malattie associate all’esposizione persistente a dosi anche piccole di pesticidi. E queste sostanze sono state rilevate, in percentuali potenzialmente tossiche, nelle falde idriche superficiali e profonde, nella catena alimentare e persino nel sangue di donne e bambini di tutto il mondo. La preoccupazione dei medici e degli scienziati – in un primo momento focalizzata sui soggetti esposti a tali sostanze per lavoro – si è quindi spostata sulla popolazione in generale e soprattutto sugli organismi in via di sviluppo, più sensibili all’azione tossica, genotossica ed epigenotossica di questi composti.
“Abbiamo deciso di mettere proprio il tema dei pesticidi al Centro delle VIII Giornate italiane Mediche dell’ambiente – spiega il presidente dell’ISDE Italia, Roberto Romizi – proprio con l’obiettivo di coinvolgere ricercatori, medici, biologi, stakeholders, società scientifiche, associazioni ambientaliste e di consumatori, affinché facciano sentire la propria voce e concordino una comune strategia di intervento, nella convinzione che una drastica riduzione nella produzione e nell’uso di tali sostanze potrebbe, nei prossimi anni, contribuire a ridurre il carico drammatico di malattie croniche e degenerative che, secondo la stessa OMS influiscono già pesantemente sul bilancio dei sistemi sociosanitari del Nord del pianeta”.
In allegato, il programma delle due giornate.
Autore: Redazione FNOMCeO