Si svolgerà ad Isernia nei giorni 20 e 21 luglio il 1°Meeting Internazionale di Bioetica Ecologica. Promosso dall’Istituto Italiano di Bioetica e con il Patrocinio dell’UNESCO Chair in Bioethics Italian Unit, “AmbientaMente” – questo il titolo della manifestazione – avrà un respiro internazionale si terrà presso la Biblioteca Comunale Michele Romano.
Saranno presenti esperti di Bioetica, di Economia e di Sanità, oltre a rappresentanti dell’Università, degli Ordini dei Medici e degli Organismi medici europei (è infatti previsto l’intervento di Romuad Krajewski, presidente della UEMS; Per una informazione più dettagliata pubblichiamo il programma completo dell’evento).
In rappresentanza della FNOMCeO interverrà il vicepresidente Maurizio Benato, che parteciperà, nell’ambito della II Sessione, alla Tavola Rotonda sul tema “Salute umana e ambiente”. A lui bbiamo posto alcune domande sull’argomento.
Presidente, cosa pensa del coinvolgimento del medico sui temi legati all’ambiente?
La professione medica è forse, tra le professioni cosiddette ambientali, quella che permette meglio di riflettere e di poter sviluppare quel senso della ragione,che appare poi come un obbligo morale, perché l’uomo possa continuare a sopravvivere nel proprio mondo, nel proprio ambiente che non sia di morte o di degradazione, ma di vita naturale e il tema si presenta oggi in tutta la sua urgenza e gravità, proprio perché quello in cui viviamo può essere qualificato come un mondo a rischio da questo punto di vista.
Quali sono, a suo giudizio, i punti sui quali è necessario riflettere maggiormente?
Nel patrimonio della medicina, storicamente sono state accolte alcune categorie che hanno contribuito a definirne gli ambiti: la categoria filosofica dell’unità, della totalità del corpo e della sua psiche, la categoria di ambiente e, più recentemente, la categoria politica di salute pubblica in cui la qualità della vita non può essere disgiunta dalla salvaguardia dell’ambiente in cui la vita stessa si svolge e quindi il sistema terra, i cambiamenti climatici, le biodiversità, l’insicurezza alimentare.
Come si colloca la medicina in tale ambito?
La medicina si colloca tra le pratiche dell’attività umana non solo quale arte e scienza della diagnosi e del trattamento della malattia, ma anche del mantenimento della salute. Sappiamo che la sola assistenza medica ha contribuito in misura comparativamente modesta allo stato di salute della popolazione, mentre i più importanti successi realizzati nei secoli passati, sul piano della salute, vanno sicuramente attribuiti allo sviluppo comportamentale e culturale.
Cosa afferma al riguardo la bioetica?
La riflessione bioetica ha più volte richiamato questo concetto e proposto nuove soluzioni, quali: la divulgazione del concetto di medicina sociale, che implica lo spostamento del principio di salute da una prospettiva individuale ad una collettiva; la attenuazione del perfezionismo medico; il miglioramento delle condizioni economiche e sociali di fondo; l’accettazione dell’aspettativa media di vita dei paesi sviluppati.In pratica si riprende un tema molto caro all’ambientalismo medico: la ricerca di un equilibrio tra la medicina moderna curativa e la pratica dell’igiene e prevenzione cercando di vivere entro i confini della natura, attenendosi ai suoi ritmi, tramite la responsabilità umana.
E quindi quale può essere su queste tematiche il ruolo del medico?
Deve prevalere il suo ruolo sociale, che ha una valenza ben oltre il rapporto vincolante medico-paziente ed assume una portata molto più estesa sia nello spazio che nel tempo, per favorire il miglioramento della qualità di vita della società umana globale. Nel medico, infatti, sono condensate la missione antropologica ed etica del professionista, quella formativa dell’educatore e comportamentale del cittadino,in un contesto ambientale che reclama opportuni stili di vita che vengono a costituire un fondamentale determinante di salute sia soggettivo che oggettivo.
Autore: Redazione FNOMCeO