ISS. Covid e dipendenze, le indicazioni per la prevenzione per operatori e utenti nelle strutture

Un sito, 4 webinar, un corso FAD e materiali video dedicati alle misure per prevenire il contagio nel mondo delle tossicodipendenze


Un documento di indirizzo con le indicazioni per la prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 nel contesto delle dipendenze patologiche verrà inviato a oltre 1000 strutture pubbliche e del privato sociale accreditato.

Il documento, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, è stato elaborato nell’ambito del progetto Prevenzione delle patologie infettive e diffusive nei tossicodipendenti: la prevenzione e controllo delle infezioni COVID-19 nel contesto emergenziale, grazie alla collaborazione del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le linee d’indirizzo verranno illustrate nel corso di 4 Webinar destinati agli operatori e strutturati in 4 appuntamenti distinti e saranno integrati successivamente da un corso FAD che sarà disponibile sulla piattaforma formativa dell’Istituto Superiore di Sanità.

Sanificazione, regole per lo smaltimento dei rifiuti, misure per l’accoglienza temporanea, per gli screening, per gli ingressi, e sui comportamenti post-vaccinali sono contenuti nel documento: Indicazioni ad interim per la prevenzione delle infezioni da SARS-COV-2 nei servizi pubblici e del privato sociale accreditato delle tossicodipendenze che verrà inviato ai referenti delle strutture e sarà scaricabile sul sito www.iss.it/ilfuturodipendedanoi.it che sarà progressivamente arricchito da una parte video sul vissuto di queste realtà durante la pandemia e da tutti i materiali informativi che verranno spediti in forma cartacea alle strutture per i servizi.

“Nel corso della pandemia l’Istituto ha realizzato diversi protocolli per la prevenzione diretti a diverse realtà sociali, dalle RSA alle scuole – afferma Paolo D’Ancona, medico epidemiologo, responsabile scientifico del progetto –. Il fatto che le persone che fanno uso di sostanze stupefacenti e gli alcolisti siano verosimilmente più vulnerabili alle malattie infettive e, in particolare, all’infezione da coronavirus anche a causa di alcuni comportamenti associati al consumo di sostanze, alle loro condizioni fisiche, ma anche ai contesti in cui viene erogata l’assistenza rendeva necessaria una riflessione specifica sulla prevenzione del rischio in questo settore per supportare operatori e utenti”.

“Questo lavoro è stato possibile grazie al prezioso contributo delle Società scientifiche e delle Associazioni di settore – afferma Roberta Pacifici Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping- il nostro lavoro continuerà seguendo con eventuali aggiornamenti, l’evoluzione degli scenari epidemiologici”.

Inoltre, particolare attenzione è stata posta sia nella formazione degli operatori dei servizi pubblici e privati delle tossicodipendenze che nella promozione delle principali misure di prevenzione tra gli utenti e i soggetti con dipendenze patologiche.

Autore: Redazione

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