Istat: indagine su sanità e salute in Italia e in Europa

Report n. 08/2012

INDAGINE ISTAT SU SANITA’ E SALUTE IN ITALIA E IN EUROPA

Una spesa sanitaria pubblica contenuta rispetto ai partner Ue ma in aumento nel 2010 rispetto al 2009; un processo di razionalizzazione dell’offerta ospedaliera che sta dando i suoi frutti; una mobilità dei pazienti che resta elevata; un quadro epidemiologico che colloca l’Italia al di sotto della media europea sia sul fronte dei decessi da malattie circolatorie sia sulla mortalità da tumori, entrambi dati un calo. E’ il quadro che emerge dal capitolo "Sanità e salute" dell’edizione 2012 del rapporto Istat "Noi Italia: 100 statistiche per capire il Paese”.

La spesa sanitaria pubblica complessiva dell’Italia ammonta nel 2010 a circa 115 miliardi di euro, pari al 7,4% del Pil, e supera i 1.900 euro annui per abitante. Un dato di gran lunga inferiore rispetto a quella di altri importanti Paesi europei. A fronte dei circa 2.443 dollari per abitante spesi in Italia nel 2009, di poco superiore alla spesa sostenuta dalla Finlandia (2.410 dollari pro capite) e poco più della Spagna (2.259 dollari pro capite), il Regno Unito destina infatti quasi 2.935 dollari pro capite, mentre Francia e Germania superano i 3.000 dollari.

Le famiglie italiane dal canto loro (dati 2009) hanno contribuito con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 21,2% (vicina a quelle di Austria e Francia), in calo di quasi tre punti percentuali rispetto al 2001. I Paesi in cui il contributo della spesa privata è maggiore risultano essere Grecia, Paesi Bassi, il Portogallo e la Slovacchia, dove tale contributo è maggiore del 30%. Il contributo minore è quello registrato in Lussemburgo (16,0%), Regno Unito (15,9%) e Danimarca (15,4%).

Sul fronte dell’offerta ospedaliera le direttive statali volte al ridimensionamento dei posti letto stanno dando risultati di rilievo. Tra il 2002 e il 2008 in quasi tutte le regioni, ad eccezione del Molise, l’offerta dei posti letto si è avvicinata al valore medio nazionale pari a 3,6 posti letto ogni mille abitanti nel 2008. Per quanto riguarda i posti letto ospedalieri nell’Ue 27, nel 2008 l’Italia (3,7 posti letto ogni mille abitanti) si colloca al di sotto della media Ue 27 (pari a 5,6 posti letto) e risulta essere tra i Paesi che presentano valori dell’offerta ospedaliera tra i più bassi. I Paesi che compaiono al di sotto del nostro Paese nella graduatoria sono la Danimarca, il Regno Unito, il Portogallo, la Spagna e la Svezia.

Resta invece elevato il fenomeno della mobilità ospedaliera interregionale. Nel complesso, le regioni sono interessate da circa 610 mila ricoveri ospedalieri (o dimissioni) di pazienti non residenti (8,1% del totale dei ricoveri ordinari per "acuti" nel 2009) e da oltre 543 mila ricoveri effettuati dai pazienti in una regione diversa da quella di residenza (7,3%, riferito ai soli residenti in Italia).

Le motivazioni sono diverse. In alcuni casi si tratta di semplice vicinanza geografica con strutture di altre regioni, in altri dipende dalla presenza in altre regioni per motivi di studio o lavoro. O ancora le motivazioni sono legate alle condizioni di salute e quindi alla necessità di usufruire di prestazioni di alta specializzazione non erogate dalla propria regione o alla maggiore fiducia nei servizi ospedalieri di altre regioni. I principali poli di attrazione sono comunque concentrati nelle regioni del Centro-Nord.

Da un punto di vista epidemiologico, tumori e malattie del sistema circolatorio rappresentano le principali cause di ricovero sia in Italia sia nel resto d’Europa. Le patologie del sistema circolatorio, tipiche dell’età senile, sono la principale causa di morte in Italia e nel gruppo dei 27 Paesi dell’Ue.

Negli ultimi anni, la mortalità è in diminuzione in tutti i Paesi europei. In Italia è tra i più bassi in Europa. I tassi di decesso sono diminuiti in modo diffuso su tutto il territorio raggiungendo nel 2008 il valore di 32,1 decessi ogni diecimila abitanti rispetto al 32,6 osservato nel 2007. Gli uomini, con un tasso di 39,4 decessi per diecimila abitanti, risultano svantaggiati rispetto alle donne (27). Nel 2008, con 17,4 decessi ogni diecimila abitanti (tasso standardizzato per confronti europei), l’Italia si colloca tra gli ultimi posti nell’Ue27, dove il tasso medio è di 22,7.

La situazione migliora anche per i tumori. Nel 2008 il tasso standardizzato di mortalità per tumori in Italia è pari a 26,2 decessi ogni diecimila abitanti, in calo rispetto al valore di 26,6 del 2007. I livelli di mortalità per tumori sono maggiori fra gli uomini (36,1) rispetto alle donne (19,4). Nel 2008, il livello italiano della mortalità per tumori si colloca al di sotto del valore medio europeo (16,8 contro 17,8 decessi per diecimila abitanti). Tra i Paesi con i tassi di mortalità più alti, con valori superiori ai 19 decessi per diecimila abitanti, si trovano quelli dell’Europa orientale e la Danimarca.

Secondo i dati dell’Istituto, infine, per quanto riguarda i "fattori di rischio per la salute", i fumatori e i consumatori di alcol rappresentano il 22,8 e il 16,4% della popolazione di 14 anni e più. Le persone obese il 10,3% della popolazione di 18 anni e più. Tutti i dati sono riferiti al 2010.

Roma 19/03/2012

Autore: Redazione FNOMCeO

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