Nei giorni scorsi a Copenhagen si sono incontrati tutti i ministri della salute dell’Unione Europea. E’ il semestre di presidenza danese a Bruxelles e come d’abitudine, la capitale del Paese di riferimento per la politica continentale si trova a fare da luogo di approfondimento e dibattito delle varie problematiche dell’Unione. Così tutti i ministri della Salute, Balduzzi compreso, con ampie delegazioni di esperti si sono trovati per un’intera settimana a domandarsi: come dovrà essere la sanità del futuro prossimo? Non nascondiamocelo: è una domandona. La centralità delle cure primarie oggi fa i conti con una sostenibilità sempre più ridotta all’osso se è vero che circa il 75% dell’intero bilancio dei Paesi occidentali finisce in sanità, previdenza e assistenza. L’invecchiamento della popolazione, con l’incidenza sempre maggiore di cronicità legate all’età e anche le chronic non communicable disease, sono oggi autentiche voragini spesso non controllabili. Situazioni che comportano non solo riflessioni di assistenza sanitaria, ma che spingono il tessuto sociale verso la necessità di nuovi stili di vita che comportino, nel tempo, una riduzione delle spese di cure, un po’ come è successo con la lotta al fumo.
Assistenza universale gratuita, mutue e casse complementari, modelli italiani, tedeschi, di perfetto Welfare come in Scandinavia: diversi i modelli di sostenibilità che si sono confrontati in Danimarca, ma in ogni caso in tutte le discussioni pubbliche si è respirato il sentiment di un momento di non ritorno. E’ forse giunto il giorno della nascita imminente di nuovi modelli globali, in cui sistemi sociali, standard operativi, professioni della salute, industria privata, formazione accademica, relazioni internazionali, si possano finalmente integrare per identificare soluzioni efficaci per la salute ed eqiulibrate per gli Stati.
Inutile dire la quantità di interventi e di workshop programmati a Copenhagen, dalla funzione dell’eHealth al sostegno politico da offrire ai nuovi farmaci biosimilari, dalla necessità di nuove reti di monitoraggio sull’impazzare delle farmacie on-line, alla possibilità di creazione di task forces Europa-Cina-India-Oms per il monitor di nuove possibili forme pandemiche. Ma nella capitale danese uno degli interventi più rilevanti, sia per lo spessore dei contenuti che per la forza insita nella provocazione, è stato quello di Kofi Annan, ex segretario dell’Onu. Lo statista ghanese ha impostato il suo intervento sul tema “a better health, at less cost”. Una migliore salute, a costi ridotti. Annan è l’uomo che ha lanciato durante il suo lungo mandato il Global found per le malattie trasmissibili (Aids, tubercolosi e malaria) raccogliendo decine di miliardi di dollari per combattere la cause primarie di morte nel suo continente ed oggi sembra aver sposato la battaglia per la razionalizzazione delle spese e l’innalzamento della qualità delle cure. E’ una sfida possibile? E’ un utopia?
Di sicuro c’è che l’urgenza-emergenza sulle healthcare è oggi un ragionamento valido in Mozambico come in Italia. Nei Paesi in crisi, come in quelli in via di sviluppo e in quelli emergenti (Cina, India, Brasile), la salute è il vero banco di prova delle “forze politiche” e delle “forme politiche”. “Sapremo trovare gli stimoli necessari per salvare le nostre economie senza smantellare i nostri sistemi sanitari?” si è chiesto l’ex segretario dell’Onu davanti a mille delegati di tutta Europa a Copenhagen: “Sapremo razionalizzare senza abbattere?”. Kofi Annan non ha dato risposte, ma ha auspicato un’attenzione vigilante da parte di tutti. Ed ha terminato il suo intervento ricordando che tutti i governi del mondo hanno un banco di prova per comprendere il giudizio sulla validità delle loro attività politiche: la qualità dei loro progetti sanitari. “I popoli sanno cosa viene assicurato loro in termini di salute e se ne ricordano sempre quando c’è da andare al voto”. Giudizio perfetto e valido in Ghana, a Washington, a Londra ed anche a Roma. Anche la politica italiana dovrà confrontarsi con questa semplice verità.
Autore: Redazione FNOMCeO