La “carica rosa”: verso il ricambio totale dei medici di Medicina generale

Report n. 46/2011

LA “CARICA ROSA”: VERSO IL RICAMBIO TOTALE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE

Più giovani e più donne. In vent’anni la medicina generale cambierà radi­calmente pelle: sarà ancora in servizio appena il 12% dei me­dici di famiglia attivi oggi. E le dottoresse saranno la maggio­ranza, come d’altronde si preve­de per la professione nel suo complesso.

A interrogarsi sul presente e sul futuro dei camici bianchi generalisti è stata la Fimmg, il maggior sindacato di categoria, che ha lavorato su più fonti: l’archivio dati dell’Enpam, l’en­te di previdenza dei medici, I’annuario statistico 2010 del Ministero della Salute, il sito del Ministero del Lavoro, l’archivio Fimmgest e le informa­zioni fornite direttamente dalle segreterie regionali. Obiettivo: prevedere il più accuratamente possibile quale avvenire aspetta la galassia della medicina generale, per arrivare preparati alla "rivoluzione" demografica.

Al 2010 i medici di famiglia in servizio erano 43.932: la Lombardia è la Regione con il più alto numero di Mmg (6.727), seguita da La­zio e Sicilia, con oltre 4mila pro­fessionisti. Il numero medio di pazienti per medico di base va­ria molto. E’ legato da un lato alla scelta dei cittadini, dall’altro alle politiche regionali sul rap­porto ottimale (fissato dalla con­venzione nazionale a un medico per 1.000 abitanti), come evidenziato da Tommasa Maio della Fimmg che ha curato la raccolta e l’ela­borazione dei dati. Non a caso a livello nazionale il numero di pazienti per camice bianco è co­stantemente aumentato, passan­do da poco più di 1.092 del 2000 a 1.124 del 2008. In media, il 64% dei generali­sti percepisce indennità per l’adesione a forme associative, anche in questo caso con una forte variabilità territoriale: si va dal 33% della Calabria al­l’82,5% del Piemonte.

Gli uomini oggi sono la net­ta maggioranza: rappresentano il 72% dei medici di famiglia, 31.795 in valore assoluto con­tro 12.137 donne. Contano sul proprio territorio più di mille dottoresse di base soltanto un pugno di Regioni: Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, La­zio e Lombardia (che ne annovera poco più di 2mila). In per­centuale, però, le donne supera­no il 30% della categoria solo in Emilia Romagna, Valle d’ Aosta, Lombardia, Friuli Ve­nezia Giulia, Piemonte e Sarde­gna (nell’isola raggiungono il 35% del totale).

Guardando all’anno di nasci­ta, già si intravede come la situa­zione vada verso il capovolgi­mento: dai nati nel 1965 in poi il numero di donne raggiunge quello degli uomini, fino a supe­rarlo a partire dai nati negli anni Settanta. Le nuove forze della categoria, per intendersi, sono femminili: tra gli under 50 le dottoresse oggi sono già la maggioranza. Specularmente, tra gli uomini, gli over 60 sono ben il 32%. Ultima nota,: il reddito medio de­gli uomini è di 64.482 euro, quello delle donne è di 56.723 euro. Le dottoresse guadagnano il 13,7% in meno.

E’ dalle previsioni della Fimmg su chi esce e chi resta in servizio che arrivano le sorprese maggiori. Tra dieci anni sarà ancora in ser­vizio il 74% dei medici attivi oggi. Ma tra 15 anni quella quota si abbasserà drasticamente al 34% fino a raggiungere il 12% tra vent’anni. In un modello teorico ideale in cui l’immissione nella professione avviene a cir­ca 30 anni e la pensione a 70, dopo 40 anni di attività, in 20 anni si dovrebbe realizzare la quiescenza del 50%. Nell’ ipotesi della Fimmg, invece, si verifica il pensionamento dell’88% di chi oggi è attivo. Ed è una previsio­ne ottimistica sirnula­ndo che tutti decidano di at­tendere i 70 anni.

I nuovi ingressi saranno con tutta probabilità soprattutto al femminile, se già oggi nelle scuole di formazione in medici­na generale le donne sono il 69% del totale. La tendenza è europea: in tutti i Paesi Ue la maggioranza dei giovani laurea­ti in medicina tra i 25 e i 34 anni è ormai composta da dotto­resse.

Roma 28/11/2011

Autore: Redazione FNOMCeO

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