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La comunicazione nelle emergenze sanitarie. Gestione dell’infodemia e contrasto alla disinformazione come strumenti di sanità pubblica

Una sorta di “infoterapia”, per lasciarsi alle spalle la stagione dell’infodemia. È questo l’obiettivo del nuovo libro “La comunicazione nelle emergenze sanitarie. Gestione dell’infodemia e contrasto alla disinformazione come strumenti di sanità pubblica”, appena pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore. L’autore, insieme a Cristiana Pulcinelli e Diana Romersi, è Cesare Buquicchio, che è stato Capo Ufficio Stampa del ministero della Salute dal 2019 al 2022, trovandosi quindi a gestire le fasi più acute della pandemia di Covid, la prima ai tempi dei social, e della correlata infodemia.

Gli ultimi anni – scrive Buquicchio – hanno rappresentato una sfida enorme e inedita in tanti settori. Sappiamo che hanno pagato un prezzo altissimo i professionisti sanitari, i medici, gli infermieri. Ma accanto a loro, in prima linea, anche nei momenti più drammatici, ci sono sempre stati i professionisti della comunicazione, uffici stampa e giornalisti. Anche il loro ruolo e la loro dedizione vanno finalmente riconosciuti in modo pieno. La comunicazione non è un accessorio, non è un talento e non è una scorciatoia. È un bagaglio tecnico e scientifico. Questa è una delle lezioni più importanti che il Covid ci ha impartito”.

La comunicazione del rischio è riconosciuta anche dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno strumento fondamentale nella gestione delle emergenze: rappresenta la prima forma di soccorso e serve a proteggere tutta la comunità. Sapere cosa sta accadendo e come proteggere se stessi e gli altri può fare la differenza, come la pandemia di Covid ha dimostrato.

Proprio di questa esperienza il libro, introdotto dalla presentazione di Elena Savoia (Harvard T.H. Chan school of public health) e dalla premessa di Caterina Rizzo (Università di Pisa), fa tesoro, integrandola con le indicazioni più aggiornate della letteratura e le linee guida delle istituzioni sanitarie internazionali e mettendola a sistema. Agile la struttura, con box di approfondimento e una sintesi per punti chiave alla fine di ogni capitolo. Il volume si apre con una citazione apocrifa, smascherata poche righe più sotto per far comprendere quanto sia facile fidarsi delle “fake news”. Si chiude con una domanda su quale sarà la prossima crisi, e con la risposta migliore da dare quando non ci sono evidenze: “non lo sappiamo”. La comunicazione dell’incertezza, infatti, è uno dei pilastri della comunicazione del rischio, e permette di costruire fiducia. In mezzo, l’esperienza del Covid, e la costruzione di un nuovo modello di comunicazione, che utilizza il “prebunking” più del “debunking”, quindi non solo smonta bufale e false notizie ma arricchisce il pubblico con gli strumenti critici che gli permettono di scegliere le fonti, valutare una notizia, prendere decisioni relative alla propria salute. Una costruzione fatta passo passo e tutti insieme, anche con la Fnomceo e con Dottoremaeveroche, spesso citati nel volume.


A cura dell’ufficio stampa Fnomceo

Foto di Martin Sanchez su Unsplash

Autore: Redazione

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