La Finanziaria quest’anno non tocca la Sanità

Niente tagli alla Sanità, niente misure che possano in qualche modo influire sul Servizio sanitario nazionale. La legge Finanziaria dello Stato, concepita quest’anno dal superministro Giulio Tremonti come uno strumento finanziario ‘snello’, o ‘light’, è quasi un assestamento dei conti pubblici. Lascia in pace Regioni, Asl e ospedali per quanto riguarda la spesa sanitaria. Materia, questa, che in verità è continuo motivo di confronto-scontro in altra sede, in Conferenza Stato-Regioni, dove si decide tutto: ripartizione dei fondi, piani di rientro dal deficit per le Regioni non virtuose, e così via.

Unica misura introdotta quest’anno riguarda la diffusione territoriale dei defibrillatori per il primo soccorso. Ecco i contenuti: Quattro milioni per il prossimo anno, due per il 2011 e altrettanti per il 2012. Sono i fondi che la legge finanziaria licenziata venerdì dal Senato destina, con una norma contenuta nell’art. 2 del provvedimento, alla diffusione di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni. Ne dà notizia Luigi d’Ambrosio Lettieri (Pdl), segretario della Commissione Igiene e sanità di Palazzo Madama e convinto sostenitore della misura, tanto da presentare già nel novembre dello scorso anno un disegno di legge in materia di primo soccorso. “Si tratta di una piccola misura, ma ha un valore straordinario, per quel che può significare in termini di vite umane”, spiega Luigi d’Ambrosio Lettieri, ricordando che “la letteratura scientifica internazionale ha ampiamente dimostrato che in caso di arresto cardiaco improvviso un intervento di primo soccorso tempestivo e appropriato è determinante per salvare almeno il 30% delle persone colpite". In Italia significa che delle “164 persone che ogni giorno muoiono improvvisamente a causa di un arresto cardiaco, almeno 50 potrebbero essere salvate semplicemente intervenendo in tempo, con soccorsi appropriati”. La decisione di finanziare una maggiore diffusione e distribuzione dei defibrillatori va appunto in questa direzione. “Al resto penserà il decreto del ministero della Salute” spiega d’Ambrosio Lettieri “dettando le norme per dislocare gli apparecchi sul territorio e per provvedere all’adeguata preparazione degli operatori. Quel che è certo è che gli otto milioni complessivi destinati dalla Finanziaria ai defibrillatori faranno molto per far sì che molti eventi tragici dovuti ad accidenti cardiaci da morti evitabili diventino morti evitate”.

Nel passaggio alla Camera, sicuramente torneranno in discussione alcune norme rimaste ‘appese’ al Senato. Prima tra tutte l’istituzione della cosiddetta Banca del Sud, tormento del dibattito politico recente, tra maggioranza e opposizione, ma anche nella stessa maggioranza e nella stessa opposizione. E’ chiaro che ci si dovrà tornare su con una riflessione serena, come auspicato da Renato Schifani, Presidente del Senato: “L’argomento – ha detto – verrà discusso certamente dall’altro ramo del Parlamento”. E sorte analoga dovrebbero subire anche i fondi per i ricercatori universitari (il cui stanziamento era stato chiesto da un emendamento del Pdl, poi fatto proprio dal Pd) che, rimasti fuori dalla Finanziaria, potrebbero rientrare nella riforma dell’Università.

E proprio sulla questione dei finanziamenti per i giovani ricercatori si è innescata immediatamente una polemica ingarbugliata che sabato mattina, da Verona, Maria Stella Gelmini, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, ha tentato di chiarire: “E’ falso che ci sia stato un taglio. Forse tutto nasce dal fatto che il presidente della commissione Cultura e Scuola del Senato aveva presentato un emendamento per ripristinare un vecchio taglio che era contenuto nella precedente Finanziaria, ma non c’è nessun taglio aggiuntivo. Entro dicembre – ha aggiunto – saremo in grado di approvare e selezionare diversi progetti e quindi di distribuire le risorse previste ai ricercatori”. Altrettanto perentoria è una precisazione ufficiale proveniente dal Minitero Istruzione, Università e Ricerca: “E’ clamorosamente falsa e crea stupore la notizia che siano saltati i soldi previsti per l’assunzione di giovani ricercatori. L’emendamento presentato al Senato – prosegue la nota – si limitava a definire uno spostamento dell’erogazione di circa 60 milioni di euro dal 2009 al 2010. Questo per consentire al Ministero di ripartirli con le nuove modalità. Il Senato non ha approvato questo slittamento. Ma i finanziamenti non sono stati certo persi. Il Ministero entro due settimane emanerà un decreto ministeriale che trasferirà l’intera cifra alle università per consentire l’assunzione dei giovani ricercatori. Non esiste nessun taglio ai ricercatori. Quanto riportato dai media corrisponde a una sintesi giornalistica totalmente destituita di qualsiasi fondamento”.

Ma le precisazioni del Ministro e del Ministero non hanno convinto gli esponenti del centosinistra, che invece vedono i tagli alla ricerca. Spara alzo zero Ignazio Marino, presidente della commissione d’Inchiesta sul Ssn: “Un Paese che non investe nei giovani scienziati è un Paese che svende il proprio futuro. E’ uno scandalo che non deve passare sotto silenzio. Dopo tante dichiarazioni di questo governo sull’importanza della ricerca nel nostro Paese, i fatti dimostrano una totale mancanza di una visione strategica per l’innovazione e lo sviluppo. Per la prima volta – ha aggiunto Marino – i fondi per ricerca, innovazione e sviluppo scendono in Italia sotto l’1% del Pil mentre in Paesi come la Francia e la Germania superano ampliamente il 2%. A questo sconcertante dato si aggiunge oggi il fatto che 80 milioni di euro destinati all’assunzione a tempo indeterminato di 4.200 ricercatori universitari sono scomparsi dalla Finanziaria. I fondi rischiano di essere trasferiti dal bilancio del ministero dell’istruzione ad un altro bilancio considerato, erroneamente, di maggiore urgenza o importanza. Come sempre – ha concluso Marino – dietro alle dichiarazioni del ministro Gelmini ci cono le ben diverse decisioni del ministro Tremonti”. La dichiarazione del senatore Marino è precedente alle precisazioni della Gelmini, ma subito dopo la senatrice Mariapia Garavaglia ha rincarato la dose contro le precisazioni definite “burocratiche”: “La spiegazione data oggi dal ministero dell’Università e Ricerca e ribadita a Verona dalla titolare del dicastero, Gelmini, sulla sparizione dei fondi destinati alla stabilizzazione dei ricercatori nella finanziaria approvata in Senato è assolutamente non convincente, oscura e tutt’altro che rassicurante. Invece di nascondersi dietro commi e codicilli – ha proseguito – la maggioranza dovrebbe chiarire una volta per tutti se questi fondi saranno erogati. In Parlamento si discuteva una legge e il Miur ora annuncia un decreto ministeriale. Per quale ragione, si dovrebbe preferire questo strumento all’Aula del Senato? La verità è che il governo Berlusconi, fin dal suo insediamento, ha sempre tagliato gli aiuti alla ricerca. Al di là dunque del chiacchiericcio – ha concluso Garavaglia – resta solo un fatto incontrovertibile: c’erano soldi destinati a questo settore strategico per il Paese e queste risorse sono state negate. Qualcuno smentisca questo punto, senza rimandare a ipotetiche future soluzioni che non convincono nessuno”. La parola all’Aula di Montecitorio.

Autore: Redazione FNOMCeO

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