La medicina di genere attraverso una storia

Si è svolto nella sala convegni dell’Omceo di Genova un convegno, organizzato dalla Commissione per le pari opportunità dell’Ordine, dedicato alle declinazioni della medicina di genere e a Ildegarda da Bingen donna, santa e guaritrice.

Il Dott. Enrico Bartolini Presidente Omceo si è detto certo, pur non vedendo antagonismi fra uomini e donne, che questi incontri realizzeranno una migliore interazione fra medici.

Roberta Canu direttrice Goethe-Institut di Genova ha auspicato il mantenimento della cooperazione espressa in questo convegno. Infatti il convegno è stato realizzato grazie alla sinergia con il Goethe-Institut ente accreditato per il dialogo culturale/formativo italo tedesco, e le società scientifiche SIMG e SIDEP.

Valeria Messina, consigliera Omceo e coordinatrice del gruppo di lavoro, dopo un minuto di silenzio per i fatti e le vittime di Parigi, ha letto i pezzi salienti del messaggio inviato da Giovanni Murialdo Coordinatore del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia dell’Università di Genova: “Spero già dal prossimo anno di poter introdurre un graduale inserimento della conoscenza della medicina di genere nel core curriculum del nostro corso, grazie anche alla collaborazione con la Commissione per le pari opportunità istituita presso l’Ordine. Insieme potremo costruire anche modelli professionali e organizzativi per far fronte le esigenze della donna medico.”

Valeria Messina ha poi presentato le motivazioni del convegno: “Abbiamo voluto ricordare come in medicina sia sempre necessario fare cose giuste nel momento giusto. Nell’affrontare questi temi abbiamo voluto, dando spazio a giovani relatrici e a persone più esperte, mettere insieme diverse generazioni per formarci all’ascolto, all’interazione e alla capacità di fare proposte. Vogliamo saper riconoscere, fronteggiare e sconfiggere il muro di quel pregiudizio che alberga, spesso anche dentro noi, nei confronti della medicina di genere e della violenza e dei migranti”.

Le parole di Erika Maderna autrice del volume “Le Medichesse” hanno ben presentato Ildegarda la mistica capace di potere curativo sia con le erbe dell’orto dei semplici, sia con parole preghiere e formule magiche, sia con la musica e l’alimentazione. La riflessione sulla salute della donna proposta da Ildegarda era, già a quell’epoca, tanto complessa da porre la salute sessuale come fondamento del benessere umano. Ancora attuale il suo concetto di viridas, verdezza, la proprietà di ciò che è vivo e germoglia e pone l’individuo in armonia con la natura.

Cecilia Politi, responsabile della medicina di genere della Fadoi, ha riportato utili informazioni sui lavori del 7° Congresso Internazionale di Genere, svoltosi nello scorso settembre a Berlino. Due giovani colleghe – Giada Bardelli e Laura Moratti – hanno mostrato le differenze di genere nel dolore e nell’osteoporosi. Le loro relazioni hanno anche presentato la possibilità di ripensare il lavoro con le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), nuove realtà della medicina di gruppo. Le AFT possono essere un luogo per estrazioni di dati, necessari in una verifica fra pari del lavoro, e un modo per migliorare la qualità del lavoro, supportando anche eventuali periodi di ridotta capacità lavorativa dei medici.

Annarita Frullini, già coordinatrice Osservatorio FNOMCeO della professione femminile, ha ricordato come le politiche di genere possano essere strumento sia di equità per una sostanziale uguaglianza sia di miglioramento e aderenza ai tempi declinando differenze e similitudini nelle diverse condizione socio-culturale delle persone. Gli Ordini possono trarre forza e significato dalla presenza dei Gruppi di lavoro, locali e nazionali. La conoscenza del Codice Deontologico, e di argomenti quali la medicina di genere, il contrasto alla violenza e l’immigrazione sono essenziali anche per incontri fra medici e cittadini, per creare alleanza terapeutica e corretta informazione.

Ha concluso Frullini: “Vorrei che i medici, donne ed uomini, si occupassero di politiche e cultura di genere imparando ad usare nuovi linguaggi e strumenti per narrare quella parità che saremo capaci di scoprire e costruire.”

Raffaella Michieli segretaria nazionale SIMG ha ricordato come tutte le donne uccise e tutti gli uomini che hanno perpetrato la violenza o il femminicidio avevano un medico di famiglia. Per questo nel 2013 è stato creato il progetto Vìola il muro del silenzio, insieme al Tuo medico di Famiglia con gli obiettivi di sensibilizzare e informare i cittadini sulle ricadute della violenza domestica sulla salute e sull’etica della società. Chiedere durante il colloquio clinico: “si sente mai insicura in casa sua? qualcuno ha mai provato a picchiarla o a farle male?” consente di far emergere, registrare e valutare la situazione per indirizzare la persona vittima di violenza verso centri specializzati e/o di secondo livello.

Maria Adele Serra psicologa responsabile del tavolo di rete Amaltea ha mostrato come attraverso una rete, capace di coordinare tutti gli interventi, si possa imprigionare/ridurre la violenza, producendo anche linee guida per i pronto soccorsi genovesi.

Emilio Di Maria della Società Italiana della Medicina delle Migrazioni SIMM ha parlato di violenza e migrazioni come di drammi invisibili. Circa il 3% della popolazione mondiale,oltre 191 milioni di persone, sono migranti. Le donne sono il 49,6%. Non serve fermarsi a riflettere solo dopo l’ ennesima strage dei migranti perché – ha detto- la migrazione è un fenomeno strutturale, non un problema congiunturale. Occorre un superamento definitivo dell’approccio emergenziale per passare all’elaborazione di strategie concrete e tempestive, frutto di una pianificazione seria, inclusiva e lungimirante, per l’accoglienza e la tutela della salute dei migranti forzati.

Di Maria ha fatto riferimento al Codice Deontologico, in particolare agli articoli 32 e 5.

Il dovere di cura dei migranti forzati, dei rifugiati, dei richiedenti asilo o protezione umanitaria è stato riconosciuto più volte anche dalla FNOMCeO: l’ultima volta nel luglio scorso con un documento verso gli Omceo, pubblicato sul nostro portale, della presidente Roberta Chersevani .

Valeria Messina nel dare la parola a Nuccia Boidi ha detto:” E’ stata capace di farmi salire sulle sue spalle per poter guardare lontano e permettermi di partire da ciò che era già stato costruito.” Giuseppina Boidi ha concluso questa giornata di lavori: “Lo sguardo di genere si può posare su tante aree e questa Commissione ha la passione per trascinare e ben lavorare perché il medico possa fare la sua parte verso una società migliore”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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