L’interazione fra medico e paziente è molto articolata e complessa ed è solo attraverso il linguaggio che è possibile costruire una relazione autentica, che permetta al paziente di affidarsi pienamente al proprio medico e di assumere decisioni consapevoli in merito alla propria salute. Ma da dove bisogna partire per migliorare la comunicazione fra operatore e paziente? E quanto conta un’azione coordinata fra medici e giornalisti nel veicolare un’informazione che sia il più possibile chiara e attendibile?
È proprio al linguaggio e alla comunicazione in ambito sanitario che è dedicato il nuovo numero de La professione. (2.2017 leggi qui). La prima parte riprende i temi del convegno nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri “Comunicare in sanità: relazione di cura e cura della relazione”, che si è tenuto a Siena il 15 luglio 2017; la seconda affronta il tema della comunicazione medico-paziente in un’intervista a Raffaella Scarpa, docente di Linguistica medica e clinica all’Università di Torino.
Nella pubblicazione si sottolinea come occorra ripartire dal guardarsi negli occhi, servendosi del linguaggio – definito dalla professoressa Scarpa il “canale supremo che ci apre all’umano” – per intessere una relazione interattiva, che da un lato consenta al malato di comprendere i significati che il medico vuole veicolare e dall’altro metta il medico nelle condizioni di conoscere in modo più approfondito il proprio assistito. Quando si parla di salute, infatti, è necessario che i contenuti che si intende comunicare – non solo oralmente, ma anche in forma scritta – siano comprensibili: solo così i cittadini potranno assumere decisioni consapevoli e appropriate. È importante però che i contenuti informativi prodotti da professionisti e organizzazioni sanitarie siano compresi dal maggior numero di cittadini, non solo da quelli con un elevato livello di istruzione.
Ai giornalisti resta il compito di veicolare un’informazione corretta e non ambigua, che sia di supporto a quella dei medici, così da migliorare il grado di alfabetizzazione sanitaria, prerequisito essenziale per una salute migliore.
Autore: Redazione