La riabilitazione: elemento primario nelle prospettive socio-sanitarie dell’anziano

Report n. 89/2010

LA RIABILITAZIONE: ELEMENTO PRIMARIO NELLE PROSPETTIVE SOCIO-SANITARIE DELL’ANZIANO

Negli ultimi anni si stanno verificando importanti cambiamenti demografici dovuti alla diminuzione dei tassi di mortalità nella maggior parte dei Paesi, mentre si assiste all’invecchiamento delle popolazioni. Questi cambiamenti influenzano le persone, le famiglie, i governi, il settore privato e le istituzioni e rappresentano sfide con le quali cimentarsi sulle questioni relative alle cure sanitarie, l’alloggio, la sicurezza sociale, il lavoro e la pensione, l’assistenza, e l’onere sociale derivante dalle malattie croniche e dalla disabilità.

Le previsioni demografiche nazionali dell’ISTAT, secondo la proiezione dei dati al 2050, rivelano che la popolazione sarà composta per il 33,6% di ultrasessantacinquenni e soltanto per il 12,7% da giovani (sino a 14 anni di età). L’indice di vecchiaia, che misura il rapporto numerico tra anziani e giovani, passa da 138 anziani per 100 giovani nel 2005, a 222 nel 2030 ed al valore di 264 nel 2050.

Il progressivo invecchiamento della popolazione, come rappresentato attraverso le piramidi per età, avrà un grande impatto su diverse sfere della società (stato di salute della popolazione, sistema previdenziale, ecc.) e sulle crescenti esigenze di assistenza legate alla complessità, cronicità, disabilità e criticità delle malattie. Questi nuovi bisogni impongono di incrementare e migliorare il coordinamento e l’integrazione dei servizi sociali, assistenziali e sanitari.

Negli Stati Uniti è stato creato nel 1974 l’Istituto Nazionale sull’Invecchiamento (National Institute on AgeingNIA) che ha come mission di migliorare la salute e il benessere delle persone anziane.

La ricerca sull’invecchiamento include varie aree, quali: il comportamento e gli aspetti sociali di maturazione, la biologia di maturazione, la geriatria e la gerontologia clinica, la neuropsicologia e le neuroscienze, la riabilitazione, le nuove tecnologie., la salute e la disparità nonché innovativi modelli di organizzazione.

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati nei paesi a più elevato sviluppo economico dalla necessità di ripensare culturalmente e rimodulare strutturalmente le prestazioni sanitarie erogabili. Alla base di questa radicale modifica, che ha visto il definitivo tramonto della visione ospedalocentrica dei servizi sanitari che aveva improntato tutto il XX secolo, vi è sicuramente il notevolissimo incremento delle aspettative di vita, che ha comportato un esplodere di nuove problematiche sanitarie, sociali ed economiche.

La necessità di incentrare le strategie sanitarie anche sulla gestione della cronicità e sulla prevenzione della disabilità, è quindi la vera emergenza nonché la grande sfida dei prossimi decenni.

In quest’ottica le scienze riabilitative, definizione che meglio esprime la complessità delle tematiche in oggetto, potranno avere una importanza e un ruolo fino a pochi anni orsono impensabili.

La riabilitazione difatti per molti anni ha subito le conseguenze dell’assenza di percorsi e strumenti scientificamente validi e validati, facendo di un approccio empirico il proprio modus operandi nell’assistenza e nella ricerca. Nell’epoca della medicina basata sull’evidenza tale approccio ha creato un profondo gap culturale e scientifico tra riabilitazione e altre specialità che solo negli ultimi anni ha cominciato ad essere colmato.

Tale divario era sostenuto anche da un approccio esclusivamente d’organo delle problematiche riabilitative che solo ultimamente trovano in una visione olistica un nuovo e più corretto inquadramento. Il passaggio dalla cura della malattia al prendersi carico in toto della persona malata, pone nuovamente al centro dell’agire la persona nella sua interezza.

Questo approccio consente di valorizzare e rendere strategicamente imprescindibili obiettivi del tutto negletti fino a pochi anni orsono quali l’attenzione alla qualità della vita, oltre che ovviamente alla quantità della stessa, e il reinserimento, congruo e condiviso, nel mondo lavorativo; tematiche di massima attenzione per le scienze riabilitative.

Tali principi sono alla base del percorso per la stesura di un Piano Nazionale della Riabilitazione, che rappresenta un ulteriore raccordo nel nuovo rapporto tra Stato e Regioni, che prevede oltre il Piano Sanitario Nazionale anche il Piano di Prevenzione, ai LEA e l’applicazione dal metodo delle Evidence Based Prevention and Practice e che va a completare l’integrazione delle reti assistenziali.

Roma 16/09/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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