“Un filo di Arianna nel labirinto del Sistema Sanitario Nazionale”: è proprio cosi che Gerardo D’Amico, giornalista da anni impegnato sul fronte dell’innovazione medico-sanitaria definisce il suo libro, “La salute in tasca” (edito da Mursia).
Una vera e propria guida pratica per orientarsi nei meandri di un sistema che costa alla collettività 100 miliardi circa all’anno, impiega 700 mila addetti e che pur essendo considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il secondo al mondo, spesso si rivela per l’utente un vero e proprio labirinto in cui è difficile trovare le informazioni giuste per muoversi.
Dalle domande e dagli sfoghi dei cittadini raccolti in dieci anni con le trasmissioni “Articolo 32” della RAI Gr Parlamento ed “Ippocrate” di Rainews 24, Gerardo D’Amico ha tratto spunto per comporre insieme all’Avvocato Massimo Dotto, una guida pratica per difendere il proprio diritto alla salute.
“Tra gli articoli traditi della nostra Costituzione troppe volte c’è anche l’art. 32, quello che sancisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività – spiega D’Amico – Per questo ho pensato ad una guida pratica che sia allo stesso tempo strumento di difesa e di azione. Difesa da chi, per difendere i propri interessi, nega il diritto alla salute; azione per migliorare la quotidianità del rapporto degli utenti con la Sanità”.
“La salute in tasca” può definirsi un libro che con equilibrio e senza pregiudizi affronta il “problema salute” che quotidianamente affligge milioni di italiani:dall’assistenza agli anziani alle delicate questioni di bioetica, dal rapporto con il medico, alle terapie del dolore, al trattamento di fine vita, senza tralasciare consuetudini, norme, prassi quotidiane e sentenze dei tribunali.
In conclusione da tutte le testimonianze raccolte da D’Amico nel corso degli anni, c’è il ritratto di una creatura mostruosa dalle “mille facce, tutte oscene, della burocrazia” che assiste beffarda alle sofferenze di anziani abbandonati sulle barelle del pronto soccorso, alle grottesche liste d’attesa per Tac e risonanze magnetiche, alla latitanza dei servizi di assistenza domiciliare, alle crudeli lungaggini della politica che soffocano persino le speranze in una vita migliore.
L’elenco degli ausili e delle protesi per disabili, ci ricorda D’Amico, è infatti vergognosamente fermo a dieci anni fa e continua, ignaro dei progressi della tecnologia, a proporre sfacciatamente gambe e braccia artificiali da antiquariato, che procurano ben poco sollievo a chi le usa, ma enormi profitti alle aziende che le producono.
Forse questo libro, più di tante altre analisi critiche, rappresenta il “paradigma di un certo modo di fare politica e di fare sanità in Italia” e se oggi siamo consapevoli di ciò, lo dobbiamo a Gerardo D’Amico.
Autore: Redazione FNOMCeO