Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone con problemi di tipo uditivo sarebbero, nel mondo, circa 350 milioni. Il dato sembra tuttavia poco influente rispetto alle dinamiche della comunicazione e a uno dei suoi canali di più vecchia data e ampia diffusione: la tv.
Nel nostro paese, l’Ente nazionale sordi ha di recente diffuso una petizione sull’accessibilità dei programmi televisivi proprio per la persistente inadeguatezza del mezzo alle esigenze della popolazione sorda e ipoacustica. Ciò che si chiede, alla televisione pubblica, è di rendere pienamente accessibile la propria programmazione, introducendo l’obbligo di sottotitolare i contenuti e di tradurli nella lingua dei segni. Nell’ultimo contratto di servizio Rai, sottotitoli e lingua dei segni vengono infatti, ancora una volta, definiti “sperimentali”, mentre dovrebbero già configurarsi come strumenti operativi.
Per contenere ulteriori ritardi, l’Ente vorrebbe quindi “un cronoprogramma con tappe ben definite”. L’Ente specifica inoltre che l’accessibilità uditiva riguarda non soltanto i programmi dedicati alla fascia adulta ma anche quelli per l’infanzia, che andranno di conseguenza adattati. E chiede infine che il Parlamento approvi una legge per imporre l’adozione della stessa misura anche alle televisioni private.
La petizione è stata inviata a tutte le istituzioni di competenza: i vertici Rai, la Presidenza della Repubblica, l’Agcom, il Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, il Dipartimento delle Pari Opportunità, il Forum europeo per la disabilità.
Audio in rete www.torinomedica.com
Fonti:
https://www.superabile.it/cs/superabile/accessibilita/201709xx-ens-a-rai.html
https://www.superabile.it/cs/superabile/accessibilita/comunicazione/soluzioni-e-tecnologie/comunicazione-accessibile-quadro-normativo-e-lacune-informative.html
Autore: Redazione FNOMCeO