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L’alcol causa 200 mila morti l’anno in Europa, terza causa di morte prematura

Secondo la relazione presentata al Parlamento in materia di alcol e problemi alcol-correlati prevista dalla L. 125/01, in Europa l’alcol causa circa 200 mila morti l’anno ed è la terza causa di mortalità prematura.

In Italia nel periodo 1981-1998 si è assistito ad una diminuzione dei consumi alcolici (-33,3%) e si è correlativamente osservata una diminuzione del tasso di mortalità per cirrosi epatica passato dal 22,60 per 100/mila del 1990 al 10,73 per 100/mila del 2004.

Ma nel 2006 i servizi alcologici del SSN, che sono 455 sparsi sulle 20 regioni, hanno registrato una controtendenza. Infatti sono stati presi in carico più di 61.600 persone, valore in aumento rispetto al 2005 (+9,6%). I servizi a più alta utenza (+ di 200 persone) rappresentano il 18.5% del totale. Veneto e Lombardia sono le regioni con valore assoluto più alto di utenti.

L’utenza femminile è relativamente più anziana di quella maschile.

Per quanto riguarda la popolazione giovanile la relazione pone particolare attenzione ad alcuni comportamenti a rischio della popolazione giovanile:

– bassa età del primo contatto con le bevande alcoliche (in media 12,2 anni contro i 14,6 della media europea), la più bassa in Europa;

– aumento nel tempo (1998-2006) dei consumatori tra i giovani di 20-24 anni, con incrementi particolarmente significativi tra le femmine;

– aumento tra il 2005-2006 dei giovani consumatori di 14-17 anni (+0,8%);

– aumento nel tempo (1993-2006) di giovani di età compresa tra i 14-17 anni che consumano alcol fuori pasto (la percentuale risulta praticamente raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando da 13,4% al 24,2% tra i maschi e dall’8% al 16% tra le femmine);

– aumento tra il 2005 e il 2006 dei consumatori di aperitivi alcolici, liquori e superalcolici tra i giovani di 11-24 anni;

– aumento della prevalenza di binge-drinker e di chi si ubriaca tra gli studenti di 15-19 anni, tra i maschi di 14-17 anni (+1,3%) e tra le femmine di 18-24 anni (+0,8%).

Autore: Redazione FNOMCeO

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