COMUNICATO STAMPA del 23 marzo 2012
“Il servizio di ieri sera de “Le Iene” ha presentato un’immagine della professione medica e del rapporto tra medici e cittadini tanto inquietante quanto ingannevole.
Comprendiamo che chi si occupa di giornalismo in un contesto di reti commerciali, per vendere più spazi pubblicitari, deve ad ogni costo fare audience, anche attraverso un uso sensazionalistico della notizia, un fenomeno, peraltro, che meriterebbe una riflessione più generale, anche di carattere deontologico.
Questo tuttavia non ci esime dal dovere di denunciare l’infondatezza e il pregiudizio di un messaggio che prefigura una professione medica svenduta ad interessi commerciali, che lucra sulle spalle dei pazienti, prescrivendo loro farmaci – siano essi generici che brand – non in ragione dei loro bisogni e della efficacia e sicurezza, ma sull’entità dei “doni“ da parte delle case farmaceutiche. Questo si chiama comparaggio e costituisce un reato penale, oltre che deontologico.
Le evidenze desunte da rapporti ufficiali ci rappresentano un’altra “notizia”: la spesa farmaceutica pro capite è in calo, tanto che siamo sotto la media UE.
Sta crescendo la componente data dai “generici” – meglio, “equivalenti” – con un’allargata platea di produttori, che devono essere controllati in quanto a standard di qualità, anche con strumenti di riferimento quali gli “orange book”, già previsti ed utilizzati in altri Stati. Non va inoltre sottovalutato il problema delle intolleranze agli eccipienti e della possibile confusione tra confezioni diverse in caso di pazienti in politerapia – che usano più farmaci – e in condizioni di fragilità, ad esempio anziani.
In questo contesto, l’autonomia e la responsabilità prescrittiva del medico costituisce una risorsa pubblica, un ulteriore strumento di affidabilità del sistema salute, sul quale a nessuno deve essere consentito gettare ombre che non siano documentate e circostanziate, in grado cioè di costituire il presupposto di una azione penale e deontologica rigorosa nei confronti dei professionisti coinvolti.
Dobbiamo, nei prossimi anni, reggere la sostenibilità di un sistema salute pubblico che sia equo, accessibile e solidale, ma che, d’altro canto, vede sempre più allargarsi la forbice tra domanda e risorse disponibili.
I medici e i professionisti della salute non sono il problema ma una delle soluzioni. Non vogliamo né silenzi né omissioni laddove emergano nostre responsabilità. Chiediamo solo rispetto, perche colpendo indebitamente la nostra immagine e i nostri ruoli si mortifica una prospettiva ed una speranza. E, di questo, siamo consapevolmente orgogliosi”.
Autore: Redazione FNOMCeO