Da Caserta 2007 (Medicina e Sanità declinata al femminile) ne è trascorso di tempo: i temi della femminilizzazione della professione, delle effettive possibilità di leadership all’interno del mondo medico, delle motivazioni di soddisfazione “dentro” al vissuto sono divenuti argomenti abituali, non più lontani alla gran parte del mondo ordinistico. Oggi, dopo anni di presenza e di attività, l’Osservatorio FNOMCeO della Professione Medica-Odontoiatrica Femminile è un gruppo di lavoro ampio che ha vissuto in questo anno solare un profondo rinnovamento interno, con cambi di ruoli e ingressi di nuove forze. Annarita Frullini, consigliere dell’Ordine dei Medici di Pescara, ha rilevato da Roberta Chersevani il frutto del lavoro svolto e ha iniziato a condurlo verso nuovi risultati. Le abbiamo chiesto un approfondimento sulle tante iniziative in corso e sugli obiettivi dell’Osservatorio.
Dottoressa Frullini, quest’anno l’Osservatorio si è rinnovato cambiando molti dei suoi componenti. Ci vuole raccontare il senso di questa "mutazione" e i nuovi obiettivi della vostra attività?
Il nuovo osservatorio è in continuità con il precedente e posso dire di aver sentito con Roberta Chersevani – che ha per lungo tempo guidato questo gruppo di lavoro – un affettuoso passaggio di testimone. Ora avremo il compito di attuare i temi sviluppati nel documento finale del precedente Osservatorio – Proposte per una ri-organizzazione del lavoro in sanità – dove avevamo affrontato i temi della professione, tenendo conto della crescente presenza femminile nella realtà medica. Vogliamo adesso non analisi di situazioni generali – già ampiamente studiate da noi e da altri – ma ricerca di soluzioni, anche parziali, confronto con le migliori pratiche per un benchmarking che dia, anche con la contrazione delle risorse, risonanza e riproducibilità a realtà di qualità. Cercheremo di far crescere una maggiore consapevolezza di genere per leggere quel che accade in campi fondamentali nella vita ei medici come l’occupazione, la famiglia, la fecondità e la rappresentanza. Il tenere insieme diverse visioni del mondo, diverse esperienze professionali e umane, sarà il solo modo per avere quel confronto necessario a decisivi salti concettuali.
Si è modificata la composizione di questo Osservatorio anche a seguito di una più vasta rappresentanza territoriale. Tutto questo è segno di una maggior consapevolezza anche verso la componente femminile all’interno degli Ordini provinciali?
Le colleghe del precedente osservatorio sono inserite in altri gruppi della Federazione e nel nuovo osservatorio sono state nominate colleghe, alcune già con precedenti esperienze in gruppi della Federazione, tutte competenti ed entusiaste. La presenza femminile nella professione è sempre più consistente. Opereremo per "raccogliere dichiarazioni d’interesse da parte delle colleghe” al fine di realizzare un costante e capillare rapporto, con i presidenti degli Ordini provinciali e con le colleghe, quelle elette e quelle non elette. Sarà un rapporto dal centro alla periferia e dalla periferia al centro.
In questo gruppo abbiamo una buona copertura territoriale e ogni collega del gruppo potrà avere un tema da sviluppare, prima con la sua città, talvolta con la sua regione, verso possibili, successivi momenti nazionali di riflessioni e proposte. Solo attivando e collegando molte realtà, potremo lavorare, in maniera continuativa e non episodica, con una progettazione armonica.
Particolare attenzione avremo verso l’individuazione di modelli di coinvolgimento, oltre la rappresentanza, creando ambiti nuovi per dare valore a competenze già esistenti e mettere a frutto risorse sottoutilizzate.
Non dimenticheremo la necessità di ottenere un equilibrio della rappresentanza, perché c’è una evidente discrepanza tra le poche donne elette negli ordini e le iscritte sempre più numerose. Ci sono ben settanta ordini che non hanno presenza femminile nell’esecutivo e il dato è peggiorativo rispetto al 2009. Purtroppo la mancata modifica del DLgs 233/46 renderà al momento il cammino più arduo nonostante i cambiamenti culturali e legislativi avvenuti.
Recentemente vi siete incontrate a Padova e siete state la colonna portante del recente convegno sul "vissuto professionale": oggi sono più le cose che "uniscono" che quelle che "differenziano" il vissuto di medici uomini e medici donne?
Già dal 2007 ci siamo mosse, per promuovere una situazione di agio lavorativo per donne e uomini superando distinzioni fra maschile e femminile. Attualmente abbiamo in corso di realizzazione una Indagine Conoscitiva sulla Professione Medica per generi e generazioni sul territorio nazionale – indagine gestita in sinergia tra il nostro Osservatorio, il Centro Studi e la Consulta Deontologica. Abbiamo voluto questa indagine per meglio capire i cambiamenti in atto: la presenza di un elevato numero di donne nelle giovani generazioni, le poche certezza lavorative di uomini e donne medici.. E’ aumentata, anche fra medici, la quota di persone che vivono con bassa intensità di lavoro, cioè persone che lavorano meno di un quinto del tempo.
Quali sono le attività che avete in corso e quelle che ritenete sviluppare nell’arco di questo mandato della FNOM?
Siamo convinte che il cambiamento nasca dalla capacità di mettere in rete il talento delle persone e che questi tempi necessitiamo di cambiamenti strutturali. Il tessere reti sarà per noi metodologia di lavoro. Oltre che con gli ordini provinciali vogliamo mettere in campo sinergia fra l’osservatorio ed altri gruppi di lavoro FNOMCeO su progetti specifici, sinergie con sindacati, con alcune società scientifiche, e con la Fiaso anche per attuare protocolli che meglio consentano di conciliare tempi di vita e professionali. Essenziali sono poi lo sviluppo di competenze trasversali e l’integrazione dei saperi ed expertise non specialistiche. Proprio per evidenziare la valenza per il medico di queste competenze proporremo l’attivazione di una banca dati per tali competenze (comunicative, gestionali, organizzative, economiche). Queste iniziative, sperimentata già dal 1999, (Donne Alta Qualificazione/ Curricula eccellenti) sono sempre rimaste fuori dal mondo della medicina. Oggi vi sono persone che non riescono ad assumere altri impegni e persone che vorrebbero portare un loro contributo, assumere ruoli e responsabilità.
Attraverso la pratica del “bilancio di competenze” sarà possibile, valorizzando esperienze personali e professionali, meglio comprendere come si possono utilizzare le proprie competenze e abilità (ciò che si conosce e si sa fare). I temi che proporremo per la formazione saranno temi che riguardano sì le donne ma con coinvolgimento della professione medica in toto. Ad esempio il tema dello sviluppo professionale continuo e il mantenimento delle competenze può pensarsi, in prima ipotesi, legato al rientro dopo una gravidanza. Tuttavia è un tema delle professione tutta, perché le lunghe assenze possono essere dovute anche a gravi malattie e incidenti, a cambiamenti di motivazioni e aspettative.
Devo comunque dire che una domanda come la sua concernente “le attività” può generare risposte fiume con la presentazione di altri progetti anche solo abbozzati. Vale la pena di lasciare i progetti ad altra occasione e concludere dicendo che oggi tutti abbiamo bisogno di capire il senso della nostra presenza nella professione.
Come donne vogliamo dire il nostro pensiero sulla sanità, sulla professione medica, sulla organizzazione e sulla partecipazione, a partire da noi restando in relazione ad altre e altri, cercando nuovi significati e nuove interazioni, per connettere e mettere in relazione idee, riflessioni, esperienze, persone, momenti.
Autore: Redazione FNOMCeO