Le lunghe notti dei medici

«Gentile Direttore,

la vita professionale del medico consta di 24 ore al giorno. La notte di guardia si declina in vari modi, da quella in guardia medica a quella del reparto universitario, da quella in pronto soccorso a quella in sala operatoria. Ma vedere l’alba in pronto soccorso è una costante.  

Si percepisce sullo sfondo, dal cambio di luminosità delle finestre, mentre si passa dall’edema polmonare del mattino all’incidente in itinere di quelli che vanno al lavoro in motorino con le strade ghiacciate d’inverno.

A volte te ne accorgi quando la luminosità è già evidente e ne sei quasi sorpreso, altre volte hai il tempo di scrutare fuori il nuovo giorno che avanza in mezzo all’aroma del caffè.
Non è detto che sia tu a berlo, perché ne hai già buttati giù troppi e lo stomaco si ribella, ma è il classico profumo del mattino, che si mescola a quello dei prodotti di pulizia delle sale.

Anche questo turno sta per finire ma sembra appena cominciato, sono le  gambe e gli occhi che te lo ricordano, le prime sono pesanti come la pietra, gli occhi ti bruciano perché in pratica sei in piedi da 24 ore, visto che è residuale il tempo che hai dormito al pomeriggio prima di andare al lavoro».

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Autore: Redazione FNOMCeO

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