Sabato pomeriggio, al termine della due giorni barese, Paolo Livrea ha il volto stanco di chi ha cercato di far andare tutto bene, ma anche lo sguardo soddisfatto di chi sa di aver messo la firma su una due giorni di grande rilievo. Mentre relatori e uditorio lasciano la sala convegni, ci affida alcune riflessioni “post-convegno”…
Presidente, quali sono le considerazioni finali dopo questo workshop?
Sinteticamente e a caldo vorrei dare un giudizio estremamente positivo. Abbiamo vissuto una due giorni di lavori fittissimi, panoramici, toccando anche argomenti che esigono ulteriori approfondimenti. Mi piace definirli “panoramici”, in quanto si sono succeduti interventi del taglio necessario per concatenare tutte le problematiche interconnesse nell’iter formativo di un medico nell’ottica dell’obiettivo finale rappresentato dalla qualità della professione.
Si è parlato molto di programmazione…
Il numero programmato è da rivedere, ormai lo sappiamo con certezza, in aumento per parecchi anni onde evitare vuoti nell’impiego di medici in sanità. Questo però non è un obiettivo singolo, ma si deve legare alla totale revisione delle modalità delle prove di accesso con valorizzazione del percorsi soprattutto umanistici e di capacità relazionali degli aspiranti medici.
Interessanti, in questo senso, le osservazioni emerse sulle attitudini dei candidati…
Si, perché riteniamo che occorra coniugare i test di ingresso finalizzati a valutare le conoscenze con altre prove aggiuntive finalizzate a valutare le attitudini, le capacità relazionali e la cultura storico-sociale di candidati. Questa sarebbe una piccola rivoluzione copernicana…
A suo parere la “parola chiave” che emerge da Bari?
Credo che la parola chiave sia andare verso un modello di università aperta in cui le competenze del tessuto ospedaliero e del tessuto territoriale si coniughino con le competenze del sistema universitario. Bisogna passare dal concetto delle aziende ospedaliere-universitarie al concetto di reti di ospedali e insegnamento e reti territoriali di medicina generale che tutti insieme cooperino all’insegnamento.
Il Workshop di Bari sarebbe stato impossibile senza il contributo e la collaborazione di molti suoi colleghi….
Ovvio: ringrazio in particolare la Commissione Formazione che ho avuto il compito di coordinare per il lavoro svolto insieme. Sono poi particolarmente grato alla Federazione che la sede di Bari abbia potuto apportare dei contributi così utili per l’analisi di problemi complessi. Devo poi sottolineare con soddisfazione l’impegno del nostro Ateneo, che
ha assicurato trasparenza nei processi di selezione dei candidati a Medicina, dopo le tristi vicende di anni passati: un segno importante che spero sia ripreso anche da altri Atenei del nostro Paese.
Autore: Redazione FNOMCeO